Breve biografia:
Carlo Bramanti (09/03/1974), siciliano d.o.c. è nato ad Augusta, in provincia di Siracusa, pur provenendo da un’isola meravigliosa ne ama un’altra, altrettanto bella, anche se più grande e molto più lontana: il Giappone. Il ponte è costituito dalla grande passione per la letteratura giapponese, e in particolare per l’haiku, breve componimento poetico di diciassette sillabe. Ci piace immaginare che proprio dallo studio accurato di questo raffinato processo di miniaturizzazione espressiva (che non può non richiamare alla mente l’antica arte del Bonsai) derivi la capacità dimostrata dall’autore di sintetizzare emozioni profonde e intense, cristallizzandole in poche righe.
Nel 2003 si classifica secondo al concorso nazionale di haiku indetto da Cascina Macondo, nel 2011 è tra i vincitori del premio letterario haiku indetto da Empiria. Nello stesso anno ottiene il terzo posto al premio di poesia edita Leandro Polverini, sezione poesia della memoria; nel 2012 è finalista al premio “Un libro amico per l’Inverno” con l’opera “Fino a quel faro che chiamasti Amore”. Successivamente vince il concorso “Haikure, il tuo haiku sui nostri capi”. Poesia e abbigliamento. Una sua poesia sarà ricamata sulla nuova collezione haikure Spring/Summer 2013.
Tra le altre sue opere pubblicate ricordiamo “I passi della luna” e “Dove un tempo luceva l’essenza del ricordo”.
Chi volesse contattarlo può inviargli una mail all’indirizzo: carlobramanti@tin.it
Il suo blog http://blog.libero.it/carlobramanti
Ecco alcune sue poesie:
“Il senso della vita“
Ognuno,
nel cuore,
ha un precipizio
da nascondere.
A volte
è persino piacevole
sedersi sull’orlo
e udire l’eco
del proprio vissuto.
Se sai ascoltare,
eclissando strade di paure,
puoi di nuovo
sentire
la voce del fiume,
ciò che svela
il senso della vita.
(In una notte insonne, prima dell’eclissi)
“Passaggi bui”
Io le conosco quelle notti troppo lunghe, quelle notti in cui arrivi perfino a dubitare che il sole possa sorgere di nuovo, quei passaggi bui in cui tutto ciò che desideri è un giorno spoglio di parole, di ricordi, un giorno che non chieda più di te.
Hai solo bisogno di imbrogliare, di credere che al mondo non ci siano malattie o persone capaci di rapire chi e ciò che ami dall’oggi al domani, bisogno di sapere che il tuo giorno servirà a qualcosa che va oltre gli interessi personali e la cattiveria della gente. A volte può crollare il mondo ma tu devi andare, armato di penna, fino al rifugio sul lago immune al tempo e lì scorgere una stella, per chiamarla Madre, Dio o Amore.
“Pioggia“
Sentivo
lo strano bisogno
di staccare
da me stesso
e abbandonarmi
piano, senza domande,
al fragore
della pioggia sui gigli