lunedì, 25 Novembre 2024
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Valle dello Jato, dal ”mistero del Monte Raitano” un approfondimento di Antonio Alfano

Alfano è guida turistica e direttore del Gruppo archeologico Valle dello Jato che cura il Nuovo Giardino della Memoria di San Giuseppe Jato

“Tombe preistoriche o fosse medievali per il grano?”

Per Antonio Alfano, sportellista di Poste Italiane, archeologo e guida turistica da anni impegnato nella ricostruzione della vita e delle biodiversità tra San Cipirello e San Giuseppe Jato, si tratta di escavazioni ipogee “per la conservazione anaerobica di grano e cereali. Poi successivamente certamente anche come rifugio per greggi”.

La sua tesi di recente pubblicazione “Arenarie della Storia, Conoscenza e valorizzazione di Monte Raitano” riapre un dibattito accademico, come Salvia sottolinea nel suo articolo “Il mistero del Monte Raitano”.

Il volume è per Alfano motivo di orgoglio dopo “anni fatti di ore passate in ginocchio a disegnare e misurare, con un piccone in mano. Riempire e svuotare carriole, mossi dalla sola passione”, come egli stesso racconta nell’introduzione del suo testo.

Antonio Alfano
È un “postale” eclettico e poliedrico che ha scelto di dedicarsi ai lavori che più ama.
Collezionista filatelico e figlio d’arte, ha deciso di conciliare le proprie competenze del percorso di studi con il lavoro allo sportello che ha scelto per seguire le orme del padre, dipendente di Poste Italiane per oltre 3 decadi.
Il suo tempo è diviso infatti tra lo sportello e l’archeologia cui dedica oltre la sua “forza lavoro” per gli scavi – che effettua anche a scopo sociale senza retribuzione – anche la sua competenza per convegni e pubblicazioni.
Antonio non è solo archeologo “iper qualificato”, come lo descrive lo stesso Ferdinando Maurici – massimo archeologo del medioevo siciliano – nella prefazione, ma è anche guida turistica abilitata iscritta agli elenchi regionali e Guida Ambientale Escursionistica iscritta agli elenchi regionali e un trekker iscritto Fai.
Svestiti i panni del postale, infatti, accompagna i turisti a far conoscere Palermo. Il weekend lo passa invece per montagne, ad accompagnare trekker appassionati come lui o a spicconare per ricostruire morfologia e toponomastica dei territori.
Per Alfano, unica guida specializzata per la Valle dello Jato, passione e professione si nutrono a vicenda. All’ufficio postale di Palermo Centro il suo sportello posto accanto all’ingresso del salone del Palazzo storico è un punto di riferimento per appassionati e collezionisti. Carte filateliche, folder, annulli primo giorno e quartine sono tra i prodotti ricercati da chi con cura custodisce queste “testimonianze su carte valori postali” di luoghi, eventi e ricorrenze. Lo stesso Antonio è tra i più grandi appassionati di materiale filatelico a tema archeologico.
Anche grazie al suo presidio in loco sono nate iniziative di valorizzazione che hanno varcato i confini regionali, derivanti dalle attività di scavi, ricognizione archeologica e promozione del territorio del gruppo.

Il Nuovo Giardino della Memoria
Antonio Alfano è anche direttore del Gruppo archeologico Valle dello Jato che cura il Nuovo
Giardino della Memoria di San Giuseppe Jato.
“L’inaugurazione del nostro Giardino della Memoria avvenuta due anni fa è stata l’occasione per la prima produzione filatelica generata da questa splendida terra – racconta -. Così abbiamo tracciato un segno indelebile, un punto fermo nel tempo per la storia del luogo”. Un luogo con una storia importante, un bene confiscato alla mafia sul quale l’11 gennaio del 1996 fu ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo. “Oggi avrebbe avuto 43 anni, la mia età – sottolinea Alfano -. La sua memoria è ancora molto viva e presente. Come gruppo, dalla terra che ha accolto le sue spoglie abbiamo provato a piantare semi di rinascita”.
Con questo spirito ha preso vita il cosiddetto “Giardino della storia”, un orto romano e un orto medievale realizzati dal suo team, costituito da ragazzi delle scuole secondarie del luogo appositamente formati. Oggi, grazie al loro operato è possibile ammirare un tratto di macchia mediterranea composto dalle biodiversità di un tempo, tra ulivi, mandorli, pistacchi e carrubi per citare alcune varietà.
Antonio, come tanti studiosi, probabilmente sognava di diventare un ricercatore e di girare il mondo guidando qualche grande progetto. Eppure, lui il suo mondo lo ha fatto girare qui. Intorno a casa, intorno al suo ufficio postale, nella sua Sicilia. Dove lavora e studia con immensa passione.

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