giovedì, 21 Novembre 2024
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Eccessivo uso di antibiotici in età pediatrica e prevenzione in gravidanza: due convegni a Catania

Accrescere e promuovere maggiore consapevolezza sui rischi associati all’uso eccessivo e inappropriato degli antibiotici, soprattutto in età pediatrica. È questo il focus del convegno dal titolo “Resistenze antimicrobiche in età pediatrica”, che si è tenuto 15 giugno presso l’Hotel Nettuno di Catania. Gli antibiotici prevengono milioni di decessi ogni anno e restano il trattamento principale per le infezioni batteriche potenzialmente fatali. Tuttavia, le frequenti e inappropriate prescrizioni, nonché il loro uso eccessivo, hanno portato ad una resistenza che ha creato una vera e propria emergenza sanitaria globale (come dichiarato dall’Oms) con particolare impatto sui pazienti più piccoli. In Italia il fenomeno preoccupa soprattutto i bambini sotto i quattro anni, i quali risultano essere tra i maggiori utilizzatori di antibiotici, rendendo sempre più difficile il trattamento di infezioni comuni.

Il congresso ha visto un approccio multidisciplinare tra illustri esperti, sia del territorio che nazionali, che hanno come obiettivo comune quello di dimostrare la necessità di aggiornare le linee guida globali sull’uso degli antibiotici, contribuendo ad una minor diffusione di antibiotico-resistenza per un uso più responsabile. “A causa degli alti tassi di resistenza acquisita dai patogeni, molti degli antibiotici raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno un’efficacia più che dimezzata, inferiore al 50%, nel trattamento delle infezioni pediatriche più significative”, commenta la dott.ssa Vita Antonella Di Stefano, direttore U.O.C di pediatria e pronto soccorso pediatrico dell’A.O. del Cannizzaro e responsabile scientifico del congresso.

Le relazioni sono state precedute dall’illustrazione del PNCAR 2022-2025, piano nazionale nato con l’obiettivo di fornire al Paese le linee strategiche e le indicazioni operative per affrontare le emergenze dell’antibiotico resistenza. Tra i vari temi trattati, anche il ruolo chiave della Società italiana di pediatria nel corretto uso degli antibiotici, e le nuove linee guida sull’uso appropriato degli antibiotici nelle infezioni sia neonatali che pediatriche, o ancora dell’azione del post-biotico e di come il suo uso corretto possa sostituire o potenziare un antibiotico-terapia. Nel corso dell’evento, sono stati infine riportati i dati che confermano un trend in ascesa delle infezioni complicate e dell’aumentata incidenza delle malattie batteriche invasive, dati che si allineano con quanto riportato da altre casistiche internazionali.

Malattie genetiche ereditarie, health intelligence e nuovi scenari per la diagnosi prenatale: «In Italia la frequenza dei portatori di Talassemia è di 1 su 12; il dato per la Fibrosi Cistica si attesta a 1 su 25; mentre 1 persona su 30 è portatrice sana del tratto ereditario SMA (Atrofia Muscolare Spinale), patologia che non può essere più considerata “rara”. Una fotografia che mette ancora più in risalto la centralità della prevenzione, che oggi grazie all’avanzamento della ricerca scientifica e alle pratiche cliniche innovative, consente ai genitori maggiore consapevolezza». A parlare è Sebastiano Bianca, genetista e estensore delle linee-guida del Carrier Screening della Società Italiana di Genetica Umana (SIGU), relatore durante il Convegno nazionale che si è svolto sempre a Catania presso idipharma, che ha consentito al parterre di ginecologi provenienti da tutta Italia un update sulla diagnosi prenatale e sulle patologie feto/placentari.

«Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione – continua Bianca – il test genetico CGT (Carrier screening o test del portatore, volto all’identificazione di soggetti portatori di malattie recessive) in questa direzione, rappresenta uno strumento strategico per prevenire molteplici rischi, consentendo di identificare oltre 4mila malattie. Un esame disponibile da qualche anno, che offre la possibilità di sapere prima del concepimento se i due partner sono portatori delle stesse patologie, grazie a un semplice prelievo. Questo screening è diventato un vero e proprio paradigma di prevenzione, cambiando lo scenario soprattutto in epoca preconcezionale: si pensi ad esempio alla possibilità d’intercettare la patologia prima di impiantare l’embrione. Non tutti conoscono questa opportunità: ancora non è entrata culturalmente nelle nostre abitudini, ma si sta pian piano diffondendo grazie al grande lavoro degli specialisti e grazie anche a una progressiva riduzione dei costi, che lo rende sempre più accessibile».

Durante l’evento formativo, molteplici gli interventi che hanno consentito un approccio interdisciplinare su una materia complessa e in continuo aggiornamento: «Oggi, grazie a strumenti affinati, i cosiddetti biomarkers, abbiamo la possibilità d’individuare le pazienti che hanno maggiori rischi di sviluppare patologie durante la gravidanza – ha affermato Irene Cetin, prof.ssa di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano – Questo vale per tutte le donne, a maggior ragione per quelle che hanno già una patologia sistemica o altri problemi di salute. Le malattie in gravidanza sono perlopiù legate alle cosiddette insufficienze placentarie: vuol dire che la placenta non si sviluppa in maniera corretta dentro l’utero della donna. La preeclampsia è una tra le sindromi più gravi, ma senza dimenticare anche il ritardo di crescita intrauterino o il parto prematuro. Sono tutte condizioni favorite da una placentazione anomala. Adesso, con semplici esami del sangue possiamo già nel primo trimestre di gravidanza individuare i fattori e le percentuali di rischio, e dunque ridurlo proponendo una dieta corretta che corrisponda al reale fabbisogno nutrizionale. Inoltre, possiamo consigliare supplementazioni adeguate in grado di far fronte a carenze vitaminiche spesso legate all’insorgenza delle patologie, come ad esempio acido folico nella forma biologicamente attiva, altre vitamine del complesso B e vitamine antiossidanti». 

Il convegno “Prevenzione e diagnosi precoce di patologie genetiche e feto/placentari” si è articolato in due sessioni e ha visto la partecipazione del prof. Paolo Scollo (direttore UOC Ostetricia e Ginecologia Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania), Giancarlo ConoscentiSebastiano BiancaCristina Gorgone, Irene Cetin e Silvio Abati. Alla seconda hanno partecipato Mara BlancoGiuseppe CalvoIrene Cetin e Elisa Pappalardo. «Vogliamo sempre più diventare punto di riferimento scientifico, consentendo ai professionisti continui aggiornamenti con relatori che rappresentano l’eccellenza nel panorama nazionale – ha concluso Alessandro Bottino, amministratore delegato idipharma – certi che la formazione sanitaria si costruisce anche e soprattutto attraverso il confronto e le esperienze di chi è sul campo, per fornire nuovi orientamenti e contributi inediti, in un contesto che si muove al ritmo delle nuove tecnologie e di pratiche cliniche sempre più avanzate».

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