Palermo – “Voglio auguravi un buon spettacolo e mi raccomando: se dovesse andare male non ditelo a nessuno, ma se dovesse andare bene, ditelo a tutto il mondo!”. Con queste parole Marcello Ceraulo, regista, attore e scrittore di commedie, ha salutato scherzosamente il pubblico in sala, prima di dare il via alla sua fresca e brillante commedia “Donne e buoi dei paesi tuoi?”.
Presentato dall’Associazione “Madre della Provvidenza” con il patrocinio del Comune di Palermo, lo spettacolo che si è svolto Domenica 24 Maggio, al Teatro Savio di Palermo, ha riscosso favore e apprezzamento.
All’inizio, sono state proiettate sulla scena delle fotografie: sullo schermo alcuni bambini sorridenti giocano con dei palloncini, mentre altri provano, con le loro piccole manine, a scrivere il loro nome. Si percepiscono attimi di serenità e gioia e, immersi in un paesaggio lontano, si ha la sensazione di respirare un’aria diversa: è l’Africa. Gli occhi di quei bimbi sono pieni di speranza ed è come se chiedessero ai presenti di prolungare quei momenti di gioco e tranquillità. Dopo queste immagini, non sono tardate le parole e Marcello Ceraulo, con determinazione, ha sottolineato l’importanza del volontariato e della solidarietà, per contrastare la povertà e aiutare chi ha veramente bisogno ed è privo di tutti quei servizi che a noi sembrano naturali: “Da tanti anni mi impegno nel sociale e voglio ricordarlo sempre. Il mio sogno, in questa occasione, è quello di creare una struttura ospedaliera”. Di qui, la scelta della compagnia teatrale di destinare il ricavato dello spettacolo a questo progetto, già avviato dopo l’incontro con Suor Angela, impegnata in prima persona nella lotta contro la povertà. “Non è possibile che delle ragazze in attesa, debbano fare 20 km a piedi, correndo il rischio di partorire per strada”.
Non sono mancati gli applausi, di fronte questo proposito di beneficienza. Dimostrando, attraverso il teatro, che “è la volontà ad influire sul risultato”, a mettersi in gioco sul palco, uomini, donne, giovani e bambini, tutti attori non professionisti, ma uniti dalla forte passione per la recitazione e animati dall’idea che è l’arte lo strumento attivo, per aiutare il prossimo ed educare alla solidarietà. “Purtroppo, in questo periodo, prevale l’indifferenza e il conflitto e allora i nostri ragazzi sono scoraggiati, sono sfiduciati. – ha dichiarato Ceraulo – Dobbiamo essere noi genitori a dare loro coraggio, attraverso le nostre azioni”.
La trama di “Donne e buoi dei paesi tuoi?” ruota intorno alle vicende della famiglia palermitana del “Signor Franco” (interpretato dallo stesso Ceraulo). Sulle scena, tanti i personaggi nel ruolo di “uomini e donne come noi”: la suocera, i tre figli, la moglie la Signora Filippa, Giovanni il salumiere, la madre di Franco, il proprietario di casa, la vicina la Signora Tinnirello, l’amico Gino e tanti altri. Il pubblico si rivede in loro, in alcuni modi di fare, di parlare, di comportarsi. Li sente familiari e vicini. Sorride, applaude, c’è chi prolunga le risate fin quando non si esaurisce il respiro, chi, invece, sussurra al familiare o amico accanto “assomiglia… mi sembra… taleeee cu è”.
Altro elemento costante, ad “effetto sorpresa”: il campanello di casa. “Chi potrebbe mai esserci dietro la porta????Chi ha suonato?” Ed ecco che il Signor Franco si nasconde, gridando ai suoi figli “vedi chi è. Io non ci sono”; il panico si diffonde nella sala da pranzo e tante e diverse sono le reazioni; gli spettatori non resistono, sono curiosi e, con il sorriso sulle labbra, vogliono assolutamente sapere quale personaggio entrerà in casa e quale sarà il suo aspetto.
Il lavoro, la famiglia, il rapporto con i figli, l’amicizia e l’importanza di “non prendere mai una cattiva strada” sono i temi che riaffiorano. Una commedia, specchio di una vita quotidiana, fatta di momenti difficili, gioia e risate.
La presa di coscienza di Franco a non dare nulla di scontato nella vita ed essere grati di tutto ciò che Dio ha dato all’uomo, chiude la commedia. Trionfa l’invito al bene e gli applausi, tra sorrisi e allegria, sono tanti.