“Siamo nettamente contrari al paventato taglio delle linee a cui sta lavorando il Cda dell’Amat: è inaccettabile dimezzare il servizio pubblico comprimendo il diritto alla mobilità dei cittadini. Decisioni di tal genere rischiano di isolare le periferie e al tempo stesso di aumentare l’inquinamento in centro”. Ad affermarlo è Antonino La Barbera, segretario regionale dei Cobas settore trasporti, secondo cui “l’azienda è totalmente in confusione”.
“Ne è prova – riferisce La Barbera – l’incontro di oggi tra sindacati e dirigenti dell’Amat, durante il quale l’azienda si è rifiutata di sottoscrivere ben due accordi: quello sull’individuazione dei capi deposito e quello sul riordino dell’officina, proposti proprio dal management della società di via Roccazzo”.
Al vertice, oltre ai Cobas, erano presenti anche Uil, Ugl e Cisal (rispettivamente coi segretari Giuseppe Governale, Corrado Di Maria ed Emanuele Giannilivigni), che rappresentato più del 50% dei circa 1.700 lavoratori dell’Amat. Assenti invece Cgil, Cisl e Orsa.
“Pur avendo respinto alcune delle nostre proposte, come quella di individuare 30-40 vetture meno malmesse e ripararle, acquistando in modo mirato i pezzi di ricambio strettamente necessari – aggiunge il segretario regionale dei Cobas settore trasporti – abbiamo deciso, per senso di responsabilità, di sottoscrivere il documento dell’azienda senza alcuna modifica. Incredibilmente però la dirigenza dell’Amat ha subordinato il riordino dell’officina ‘alla condivisione di tutto il personale’. Come se le sigle presenti non fossero rappresentative dei lavoratori”. Per La Barbera “si tratta di un autogol clamoroso, che denota la volontà dell’azienda di non decidere dopo mesi di interminabili discussioni. Ci sono forse ‘interferenze’ che impediscono ai vertici dell’Amat di agire liberamente?”.
I sindacati, dunque, stigmatizzano il comportamento della società di trasporto pubblico, “che di fatto ha creato un’impasse pericolosa per le sorti della mobilità cittadina”. “Il sindaco Orlando – conclude La Barbera – non dica che i sindacati sono stati complici, come accaduto in altre aziende partecipate, di scelte scellerate o, peggio ancora, della volontà di non decidere”.