domenica, 22 Dicembre 2024
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Primo Maggio tra storia e vissuto. La festa del lavoro tra i ricordi e le memorie dei caltabellottesi.

La parola Primo Maggio, oggi, racchiude tante sfumature. Primo Maggio, apertura dell’Expo 2015 a Milano. Primo Maggio, concertone rock in piazza San Giovanni a Roma. Primo Maggio, Giovani in Festa. Primo Maggio, scampagnata all’aperto e gite fuori porta. E per ultimo ma non per importanza: “Primo Maggio”, Festa dei lavoratori.
La storia del Primo Maggio ha delle radici molto antiche e profonde. Esso nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche e sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione. “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire” fu la parola d’ordine, coniata in Australia nel 1855 e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il Primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.
Da tempi più recenti si discute non solo sul significato di questa ricorrenza ma ci si chiede anche: “ È una giornata di festa, di svago e di divertimento oppure di mobilitazione e di lotta?” In realtà, se ci soffermiamo a pensare, è l’una e l’altra cosa insieme, a seconda delle circostanze.
Noi di Giornale Cittadino Press, abbiamo voluto ricordare questa giornata insieme a quelle persone, che ricche di storia e di vissuto ci hanno raccontato cos’era e cosa rappresenta adesso per loro il Primo Maggio.
“Una volta era la Festa dei lavoratori, di chi lavorava per guadagnarsi il pane da vivere! Oggi invece è la festa dei sindacati che se ne fregano della gente che non può neanche mangiare o che non può pagare l’affitto. Tra qualche anno diventerà la festa del disoccupato! – ha detto a noi, la Signora Calogera Augello.
“Il primo maggio è la Festa dei lavoratori. In passato gli operai venivano sfruttati lavorando parecchie ore al giorno, 12 o più ore, così decisero di ribellarsi a quel sistema ed istituire una specie di sindacato dei lavoratori, volendo così essere anche loro in possesso di diritti per la loro tutela sul lavoro. Una delle lotte principali del sindacato fu la riduzione del lavoro a 8 ore!
“Oggi questa festa serve solo a ricordare gli avvenimenti accaduti, più che altro è un pretesto per non lavorare o non andare a scuola”- ha affermato la Signora Maria Paola Mulè.

C’è però chi attraverso i ricordi e con occhi pieni di nostalgia ci rammenta il cambiamento che ha avuto questa ricorrenza piena di storia e significato, infatti il Signor Antonino Tornambè, ci dice: “Certamente è cambiato tantissimo, quasi tutto oggi. Per molti però e io sono una di quelle non è cambiato lo spirito internazionale e di solidarietà di questa festa. In tante parti del mondo il significato di questa giornata accostata al duro lavoro non cambia. Forse qui in Italia però il senso del 1° maggio va scemando ogni giorno di più, perdendone e sottovalutandone il senso storico e profondo”.
Continuando a chiedere in giro fra la gente di Caltabellotta, la Signora Vincenza Cusumano, ci racconta: “La festività del Primo Maggio ha per me ancora un valore inestimabile. Io sono cresciuta qui a Caltabellotta, paese di agricoltori e pastori, dove il duro lavoro era tutto, ci permetteva di mandare avanti la famiglia. In passato questo era un giorno simbolo, era un modo per dire no a chi ci costringeva a lavorare moltissime ore al giorno: dall’alba alla sera. Oggi a malincuore non ha lo stesso significato, oggi si pensa solo a mangiare, divertirsi con la famiglia e nulla più. Chissà magari con il tempo si ritornerà a valorizzare ciò che adesso è messo in secondo piano, io me lo auguro!”
Giornale Cittadino Press invita i nostri lettori a trascorre una giornata all’insegna della condivisione e del ricordo. Non bisogna fermarsi alla semplice e apparente grigliata con parenti e amici, ma bisogna sfutturare questi momenti per riflettere ed essere così consapevoli dello strumento che ha reso il lavoratore libero e che gli ha permesso di festeggiare questo giorno: il lavoro. Un lavoro dignitoso ottenuto con fatica, sacrifici e lotte, senza le quali non ci sarebbe la storia.

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