Il Servizio Dighe del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti ha comunicato che
dovrà effettuare alcuni improcrastinabili e urgenti lavori di riparazione nel sistema di
tubazioni in derivazione dall’invaso Poma di cui è soggetto gestore.
Per tale ragione, a partire dalle ore 6:00 di martedì prossimo 24 ottobre,
verranno sospesi i prelievi dallo stesso invaso e verrà conseguentemente interrotto
il funzionamento sia del potabilizzatore Cicala sia dell’acquedotto Jato, il
quale alimenta tutti i comuni della fascia costiera occidentale fino alla Città di Palermo.
I lavori, inizialmente programmati per una durata di 15 giorni, a seguito di un tavolo
tecnico tenutosi venerdì 20 ottobre, che ha visto la partecipazione dei tecnici Amap e dei
rappresentanti dell’ATO Idrico, si svolgeranno nell’arco di 6 giorni, salvo imprevisti.
Di conseguenza, a partire dalla mattina di martedì 24 ottobre verrà interrotta
l’alimentazione dell’adduttore Jato con conseguenti disservizi, consistenti nella riduzione
delle pressioni di esercizio, fino all’interruzione dell’erogazione nei seguenti Comuni e
utenze:
Balestrate e Trappeto (zone esterne)
Terrasini e Cinisi (reti non gestite da Amap)
Aeroporto Falcone-Borsellino
Carini (zona C.so Italia, S. Anna – Villagrazia di Carini, Parco degli Ulivi) e zone
gestite da SORI
Capaci e Isola delle Femmine.
Ulteriori disservizi connessi con il riequilibrio complessivo del sistema di
approvvigionamento idrico, allo stato attuale non circostanziabili ma di cui si darà
comunque notizia con congruo anticipo, potranno verificarsi alle utenze del Canale di
Scillato, ad alcuni distretti della città di Palermo e, potenzialmente, anche a Comuni non
direttamente alimentati dall’acquedotto Jato.
Dell’andamento dei lavori, la cui gestione è totalmente del Servizio Dighe della Regione
Siciliana, verrà data notizia sul sito www.amapspa.it e ogni aggiornamento sarà
disponibile telefonando al numero verde 800-915333 (esclusivamente da telefono fisso).
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L’AMAP SIGLA IL “PATTO PER L’ACQUA” DI UTILITALIA
In un contesto di crisi aggravato dagli effetti dei cambiamenti climatici, le eccellenze
dell’industria idrica italiana associate a Utilitalia (che rappresenta i gestori che
forniscono i servizi idrici all’80% della popolazione) fanno squadra per mettere al
servizio del Paese le proprie competenze e capacità industriali.
L’Amap è tra i firmatari del “Patto per l’Acqua”, un’iniziativa che punta a compiere
ogni azione utile a sostegno di politiche nazionali di tutela ambientale e della risorsa,
di resilienza delle reti e dei sistemi di approvvigionamento, per garantire ai cittadini
universalità e qualità dei servizi offerti e gestioni all’altezza delle future sfide.
“Amap ha sempre creduto nella opportunità di condividere le esperienze regionali
maturate in ambito progettuale e gestionale – sottolinea l’Amministratore Unico,
Alessandro Di Martino, componente della Giunta esecutiva di Utilitalia e
coordinatore della Commissione Acque Reflue-. Fattore ancora più importante oggi
che la nostra azienda si occupa della gestione del servizio idrico integrato di area
vasta ed è chiamata a rispondere alle esigenze di oltre un milione di utenti. Il
confronto nazionale consente a tutte le aziende di fare sintesi delle buone prassi. È
proprio per tale motivo non è casuale che Amap sia stata tra le prime aziende ad
aderire a Utilitalia. La nostra esperienza adesso è apprezzata anche in ambito
nazionale proprio in virtù della progettualità che abbiamo saputo mettere in campo
in questi anni, a fronte di problemi strutturali che abbiamo ereditato e che
necessitano di investimenti ingenti e costanti, nel rispetto della qualità del servizio,
della tutela dell’ambiente e della salute pubblica”.
Le prime imprese ad aver siglato il “Patto per l’Acqua” sono: A2A, Acinque, Acqua
Novara VCO, Acquedotto Lucano, Acquedotto Pugliese, Amap, Ascopiave, Gruppo
Cap, CVA, Hera, Iren, MM, Nuove Acque, Publiacqua, Romagna Acque, Smat, Suez,
Gruppo Tea e Viveracqua. “Le aziende che hanno operato e reso possibile la crescita
del comparto in questi anni – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – si
impegnano a fare un passo avanti per garantire investimenti adeguati alle sfide del
climate change e chiedono al Governo di accompagnare questo percorso,
fondamentale affinché anche i territori senza gestore integrato possano crescere”.
Dal 2012 ad oggi gli investimenti nel settore sono aumentati del 227%,
raggiungendo i 4 miliardi annui e i 56 euro medi per abitante. Ma il gap con la media
europea di 82 euro annui per abitante (che sale fino a 100 euro nel Paesi più
virtuosi) resta ampio, soprattutto nei territori nei quali non operano soggetti
industriali: nelle gestioni comunali in economia, che interessano ancora 1.519
Comuni e 8 milioni di cittadini, si continuano a investire mediamente solo 8 euro l’anno. In questo quadro, Utilitalia e le aziende associate evidenziano che, per poter
dispiegare la piena efficacia del Patto, all’impegno delle imprese vanno affiancate 4
azioni di riforma tese alla riduzione della frammentazione, all’introduzione di
parametri di verifica gestionale, al consolidamento industriale del settore e a un
approccio integrato tra i diversi usi dell’acqua.
SUPERARE LE GESTIONI IN ECONOMIA
Le Imprese si impegnano a intervenire a supporto dei territori ancora non gestiti a livello industriale.
RAFFORZARE LE CAPACITÀ GESTIONALI
Introdurre un chiaro processo di verifica periodica della qualità e dell’efficienza della gestione e della capacità di finanziamento e di realizzazione degli interventi, sulla base dei parametri ARERA. Le Imprese si impegnano a mettere le proprie competenze a disposizione di enti e gestori per garantire ai cittadini servizi di qualità.
FAVORIRE LE AGGREGAZIONI
Facilitare i processi di aggregazione tra aziende mettendo al centro la gestione ottimale della risorsa idrica. Le imprese si impegnano a consolidare le capacità industriali e gestionali per elevare il complessivo livello di investimenti e di qualità del servizio.
SOSTENERE UN APPROCCIO INTEGRATO
Abilitare la gestione industriale delle Imprese del SII, in coordinamento con gli altri settori, fino alle infrastrutture a servizio dei diversi usi della risorsa, da quello agricolo a quello dell’industria. Le Imprese si impegnano a realizzare e rafforzare le infrastrutture necessarie al riuso delle acque, alla gestione sostenibile delle acque meteoriche, al recupero di energia
e di materia, al drenaggio urbano e agli invasi ad uso plurimo.