Sono stati consegnati i lavori per la realizzazione di un “Giardino Sensoriale” che sorgerà in un’area di 2000 metri quadrati, simbolicamente “isolata” – mediante una cintura di muri e formazioni rupestri che la cingono da tutti e quattro i lati – all’interno del Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento.
Il Giardino, che sarà allestito con piante tipiche della flora mediterranea, alberi, arbusti ed erbe, sarà realizzato nello spazio antistante la “Casa Pace”, di fronte al Tempio della Concordia con accesso dalla “Via Sacra”.
Si tratta di uno spazio di benessere che prevede la realizzazione di percorsi logico-funzionali che si avvarranno anche di presidi didattici e strutture di fruizione capaci di consentire ai visitatori una visita immersiva attraverso cui coniugare la percezione completa dell’armonia del giardino facendo ricorso all’uso di tutti e cinque i sensi.
I percorsi immersivi – frutto anche delle elaborazioni esperienziali rilevate attraverso laboratori didattici dedicati – sono stati elaborati per quanto riguarda l’accessibilità grazie alla consulenza dell’Istituto Tecnologie Didattiche del CNR di Genova e dell’Istituto Chiossone; ciò oltre alla collaborazione attiva di numerose associazioni che si occupano di soggetti con disabilità, che hanno potuto testare e migliorare le proposte accolte all’interno del progetto.
L’iniziativa, coofinanziata dal Ministero della Cultura e dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, è solo un piccolo tassello del più ampio progetto “Cinque sensi per sette Siti” finalizzato alla fruizione e valorizzazione della rete regionale dei siti UNESCO. Ideatrice del progetto è la storica dell’arte Giada Cantamessa, mentre la realizzazione tecnica è affidata all’arch. Guido Meli, già dirigente del Dipartimento dei Beni culturali. Rup l’arch. Carmelo Bennardo.
I percorsi tematici saranno corredati da presidi e dispositivi che dovranno garantire un’agevole accessibilità agli utenti, garantendo il massimo livello di sicurezza e un elevato comfort. Per questo, presso il punto di ingresso e lungo il percorso, verranno collocati modelli plastici tattili dei principali monumenti della Valle, completi di tabelle informative in codice braille e con possibilità di ascolto delle informazioni attraverso adeguati apparati elettronici.
La realizzazione del Giardino, che sarà completata entro la fine di settembre, è affidata alla Ditta Criscenzo costruzioni S.r.l. di Favara (Ag).
Il Giardino come luogo inclusivo, quindi, pensato per offrire una visita esclusiva in un luogo dove saranno abbattute tutte le barriere cognitive e fisiche, offrendo alle persone più fragili condizioni ottimali per un’esperienza da effettuare in totale autonomia, sicurezza e indipendenza.
Realizzato con gli accorgimenti necessari a una mobilità in sicurezza e alla possibilità di entrare agevolmente in contatto tattile con le essenze arboree, infatti, il Giardino avrà aiuole e siepi ben delimitate e, in alcuni casi, le essenze saranno sistemate in cassoni o in vasi per meglio consentire il contatto tattile.
Le piante aromatiche verranno disposte, inoltre, in piccole isole, in maniera da permettere una percezione armonica degli odori, secondo un percorso graduale e crescente di intensità, con particolare attenzione all’accostamento cromatico anche in funzione all’influenza dei colori sul benessere della persona e alla presenza del colore durante tutto l’arco dell’anno.
É prevista, inoltre, la presenza dell’acqua come architettura liquida a scopo funzionale: sarà infatti utile a definire il microclima del giardino e a produrre una musicalità di sottofondo. La scelta delle piante dovrà rispondere, peraltro, all’esigenza di garantire armonia cromatica nell’arco ti tutto l’anno.
Altro aspetto attenzionato è il portamento delle piante e il loro habitus vegetativo. Ad esempio: le piante a stelo, sempreverdi o caducifoglie, a fronda eretta o piangente, etc., grazie alla loro conformazione creeranno effetti di movimento e luce ad ogni variazione delle condizioni atmosferiche, di vento e di clima.
Il senso dell’udito sarà favorito anche dalla presenza di uccelli della fauna locale che troveranno all’interno del Giardino casette-rifugio opportunamente predisposte ad ospitarli.
Il tatto sarà stimolato dalla presenza di piante di diversa consistenza e morbidezza, mentre la presenza di diverse tipologie di alberi da frutto offrirà la possibilità di effettuare un’esplorazione tattile della corteccia, del fusto e delle branche principali.
Sarà possibile, infine, sollecitare anche il senso del gusto dl momento che nello spazio del giardino verranno inseriti anche alberi da frutto commestibile.
E’ prevista la presenza, inoltre, di un’area di degustazione dove apprezzare i sapori base degli ingredienti principali della cucina mediterranea: grano, legumi, olio, frutta secca, conserve, frutta fresca, con possibilità di partecipare a degustazioni guidate.
Il giardino sarà predisposto per una attività istruttiva continua con l’ausilio di operatori guida, a ciò dedicati, con il coinvolgimento delle Scuole e delle famiglie, attraverso appositi Laboratori didattici e sperimentali.
Nuovo itinerario culturale Le Mazzere a Siracusa
Inaugurato nella sede dell’Area Marina Protetta Plemmirio di Siracusa, il ventiquattresimo itinerario culturale sommerso della Soprintendenza del Mare, nato dalla collaborazione tra istituzioni e con il Capo Murro Diving Center di Fabio Portella, Ispettore Onorario per i Beni sommersi della provincia di Siracusa. Si tratta di un percorso che ricade all’interno dell’area B della riserva, adatto a subacquei in possesso di brevetto di immersione di primo o di secondo livello. Il percorso prevede, infatti, due direzioni di visita. Partendo dalla boa di ormeggio e scendendo in sicurezza lungo la catena, si può seguire un percorso riservato ai sub con brevetto open fino a 18 metri di profondità, mentre un secondo percorso, fino a 28 metri, è riservato a subacquei in possesso di brevetto advanced. Lungo l’itinerario, costeggiato da una parete rocciosa ricca di flora e fauna marina e caratterizzato da grosse chiazze di fondale sabbioso inserite in una spettacolare prateria di posidonia oceanica, si possono ammirare una grande quantità di “mazzere”, ovvero grossi massi quadrangolari in pietra che venivano utilizzati in passato come pesi per le reti della vicina tonnarella di “Terrauzza”. Si tratta di massi che consentivano l’installazione del cosiddetto “pedale”, una sorta di sbarramento ai tonni, perpendicolare alla costa e perfettamente aderente al fondale marino, che aveva lo scopo di indirizzarli verso le camere della tonnara. A testimonianza che la zona fin dall’antichità fu utilizzata come luogo di ancoraggio e di riparo dai venti dominanti della zona, il grecale in particolare, sul fondale sono stati ritrovati alcuni grossi ceppi di ancora in piombo di epoca romana, una contromarra di ancora in piombo a tre fori e un’ancora in ferro del tipo ammiragliato; tutti reperti visibili nel corso della visita all’itinerario subacqueo.
La Porta Spagnola di Messina sarà messa in sicurezza
La Soprintendente dei Beni Culturali di Messina, Mirella Vinci, ha consegnato i lavori per la messa in sicurezza della Porta Spagnola, presso la Base Navale della Marina Militare di Messina. La Porta costituisce il varco d’ingresso al Forte S. Salvatore, imponente costruzione difensiva ad opera di Antonio Ferramolino, voluta da Carlo V con don Ferrante Gonzaga a far data dal 1546, nel luogo dove sorgeva il cenobio basiliano dell’Archimandritato del SS.Salvatore, all’estrema punta della zona falcata. Sulla Porta si trova un’aquila asburgica e un’iscrizione in spagnolo riferibile a lavori eseguiti nel 1614. L’attività di recupero interesserà non soltanto la messa in sicurezza e la stabilità della Porta, ma anche il restauro dello stemma e della lastra in pietra che sovrastano l’arco della Porta con la demolizione delle superfetazioni edilizie ed impiantistiche che causano degrado alle strutture murarie storiche. L’intervento prevede anche la realizzazione di un impianto d’illuminazione e di un camminamento che possa rendere percorribile il monumento a livello delle mura.
La Porta Spagnola costituisce il varco d’ingresso al Forte S. Salvatore, imponente costruzione difensiva ad opera di Antonio Ferramolino, voluta da Carlo V con don Ferrante Gonzaga a far data dal 1546, nel luogo dove sorgeva il cenobio basiliano dell’Archimandritato del SS.Salvatore, all’estrema punta della zona falcata. Sulla Porta sovrasta un’aquila asburgica e un’iscrizione in spagnolo riferita a lavori eseguiti nel 1614. L’attività di recupero interesserà non soltanto la messa in sicurezza e stabilità della Porta, ma anche il restauro dello stemma e della lastra lapidea sovrastanti l’arco della Porta. Inoltre è prevista la demolizione delle superfetazioni edilizie ed impiantistiche che causano degrado alle strutture murarie storiche e la realizzazione di un impianto di illuminazione e di un camminamento che possa rendere percorribile il monumento a livello delle mura.
Siracusa: al Museo Bellomo il 6 e 7 luglio serate speciali guidate da Antonio Calbi alla mostra “Edipo. Lo sguardo in sé”
Il 6 e 7 luglio dalle 21.00 alle 23.00 Antonio Calbi, curatore della mostra “Edipo. Lo sguardo in sé” e Soprintendente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, sarà guida d’eccezione alla mostra che offre una lettura di Edipo attraverso lo sguardo di autori moderni e contemporanei di diverse generazioni. Le visite si svolgeranno per gruppi di massimo 30 persone ogni mezz’ora, con ultimo ingresso previsto alle 22.30. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso al museo e la prenotazione è obbligatoria al numero 0931.69511 e 335.104149.
La mostra, visitabile fino al 6 novembre prossimo, organizzata dalla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa, diretta da Rita Insolia, con l’apprezzamento dell’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, ospita le opere di una ventina di artisti italiani che offrono la loro interpretazione della figura di Edipo. Un viaggio attraverso linguaggi, poetiche, canoni espressivi e stilistici diversi che hanno creato un dialogo tra le preziose testimonianze d’arte custodite all’interno della Galleria di Palazzo Bellomo e le opere d’arte contemporanea ispirate all’Edipo realizzate nel tempo o ispirate dall’esposizione promossa e organizzata dalla stessa Galleria di Palazzo Bellomo con il sostegno dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, in collaborazione con la Fondazione INDA e Civita Sicilia. Tra gli artisti Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Emilio Isgrò, Alfredo Pirri, Gianfranco Notargiacomo e Vettor Pisani, o i siracusani Michele Ciacciofera e Giuseppe Pulvirenti attivi, il primo a Parigi il secondo a Roma, e ancora nomi meno noti ma di grande impatto estetico come il cipriota Vassilis Vassiliades.
In mostra anche le opere di Matteo Basilè e Umberto Passeretti, Corrado Bonicatti (alla memoria) e Hermann Nitsch (alla memoria), artisti coinvolti nelle campagne di comunicazione delle ultime tre stagioni della Fondazione INDA. Presenti, infine, nomi emergenti come Silvia Giambrone, Stefano Ricci e Nicola Toce insieme ad altri legati al territorio, quali Giovanni Migliara (alla memoria), Stefania Pennacchio, Andrea Chisesi e Alfredo Romano. Impreziosisce il percorso espositivo il costume disegnato dallo stilista Antonio Marras, una vera e propria scultura di stoffa, per il recente Edipo Re – Una favola nera del Teatro Elfo Puccini di Milano e quello disegnato da Daniela Dal Cin per Edipo Re messo in scena dalla compagnia torinese Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa.
La Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, nel centro di Ortigia, vicinissima alla piazza del Duomo e alla Fonte Aretusa, è uno straordinario Museo di arte antica che illustra gli sviluppi della cultura figurativa a Siracusa e più in generale nell’area sud-orientale della Sicilia. Tra le opere esposte L’Annunciazione di Antonello da Messina, ma anche preziosi dipinti come la Madonna in trono col Bambino tra le Sante Eulalia e Caterina d’Alessandria di Pedro Serra, pittore catalano del quattordicesimo secolo, e due importanti tavole del XV secolo, San Lorenzo e storie della sua vita, detto Retablo di San Lorenzo, e il polittico formato da sei pannelli che rappresentano la Trasfigurazione di Cristo.
La Galleria Regionale di Palazzo Bellomo si trova a Siracusa, via Capodieci 14. Apertura: lunedì-sabato ore 9-19 | domenica e festivi ore 9-13. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso al museo.
Al museo Pepoli di Trapani si presenta Il Presepe degli Abissi
Venerdì 8 luglio alle 17,30 al Museo Agostino Pepoli di Trapani, diretto da Anna Maria Parrinello, verrà presentato “Il Presepe degli abissi”, un quaderno didattico realizzato nell’ambito delle attività di Educazione Permanente promosse dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. L’evento conclude un articolato progetto didattico sviluppato nel corso dello scorso anno scolastico con la collaborazione dell’Associazione Amici del Museo Pepoli. Il percorso, che ha coinvolto attivamente gli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado, ha tratto spunto dall’intervento di restauro del monumentale “Presepe in materiali marini”, capolavoro dell’artigianato artistico trapanese del Settecento, riferito alla mano di Andrea Tipa.
La proposta didattica ha voluto offrire ai ragazzi un itinerario multidisciplinare di scoperta, lettura e decodificazione dell’opera d’arte: la presenza nell’opera di una straordinaria varietà di conchiglie e concrezioni marine ha, infatti, offerto lo spunto per una lettura del manufatto in chiave storico-artistico-etno-antropologica e scientifico-naturalistica. Il progetto ha fatto ricorso alle attività laboratoriali e al gioco interattivo quali strumenti di apprendimento, secondo la metodologia didattica dell’imparare-facendo.
Il quaderno “Il presepe degli abissi” è stato realizzato con un linguaggio di facile comprensione, discorsivo e accattivante e l’uso di immagini e illustrazioni a colori, del racconto figurato, di schede operative, del gioco interattivo; tutti strumenti pedagogici che offrono ai docenti e agli operatori culturali un utile sussidio operativo e ai ragazzi uno stimolante strumento di conoscenza. La lettura storico-artistica dell’opera dedica attenzione alla memoria degli antichi mestieri della civiltà contadina. Uno spazio particolare è dedicato alla scoperta guidata delle conchiglie e dei materiali marini che popolano l’oggetto, espressione della flora e della fauna marina presente nel Mediterraneo. Importante cenno, inoltre, viene dedicato al corallo, il prezioso “oro rosso” protagonista della storia socio-economica e culturale del territorio trapanese, riccamente presente nel presepe attraverso preziose margherite in materiale corallino e del quale si parla con riferimento sia alla storia della pesca che delle tecniche di lavorazione.
A Linosa rinvenuto un aereo della II guerra mondiale
A 80 anni dall’affondamento, l’aereo di nazionalità britannica rinvenuto nel 2016 nei fondali dell’isola di Linosa (AG) si è rivelato essere il Martin Baltimore AG699 del 69 sq. della RAF, partito alle ore 12,45 del 15 giugno 1942 dall’aeroporto di Luqa a Malta per osservare il traffico navale nella zona di Pantelleria, interessata in quei giorni dalla “battaglia di Mezzo Giugno” che vide le forze dell’Asse contrastare efficacemente l’operazione “Harpoon”. Il relitto dell’aereo era stato individuato durante una campagna scientifica condotta nell’ambito di un progetto sulla mappatura dei fondali e il monitoraggio degli habitat dall’allora IAMC (Istituto per l’Ambiente Marino Costiero) del CNR di Napoli. A seguito delle indicazioni fornite dal subacqueo Guido Caluisi e dai pescatori locali, dopo un primo riscontro eseguito con strumentazione “Multibeam”, la successiva prospezione effettuata con un R.O.V. (Remotely Operated Vehicle – un robot subacqueo filoguidato dalla superficie) alla profondità di 85 metri, aveva rivelato la presenza di un aereo silurante britannico della II Guerra Mondiale. Grazie alla comprovata e qualificata collaborazione di Fabio Portella, appassionato subacqueo altofondalista siracusano ed Ispettore Onorario per i Beni culturali della Soprintendenza del Mare, che ha coordinato le operazioni, siamo oggi in grado di diradare la nebbia che ha avvolto per decenni l’identità del relitto affondato davanti la zona del “Fanalino” di Linosa, a lungo ipotizzato come un aerosilurante Bristol Beaufor. Il relitto riveste un grande valore storico e simbolico almeno per due aspetti, il primo dei quali è relativo alla sua rarità dal momento che ad oggi non è nota l’esistenza di velivoli Martin Baltimore in ottimo stato sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale e ai successivi smantellamenti; in pochi musei esiste, infatti, solo qualche pezzo riconducibile a simile modello aereo e in Grecia vi è un esemplare ma semidistrutto. Il secondo aspetto non può prescindere dal suo eccezionale stato di conservazione, dovuto a diverse fortuite circostanze; un ammaraggio morbido a motori spenti (testimoniato dall’integrità della struttura e dalle eliche posizionate dal pilota, prima dell’ammaraggio, in posizione perfettamente a bandiera), la profondità del relitto sostanzialmente inaccessibile con l’utilizzo di attrezzature sportive, la pesca a strascico non intensiva condotta in quel tratto di mare e, in ultimo, la relativa distanza dell’isola di Linosa e dai flussi turistici.