Come ogni anno, Caltabellotta, caratteristico paesino dell’entroterra agrigentino, si prepara con fervore e devozione ad un ciclo di celebrazioni religiose. Folklore, fede, tradizione e culto animeranno la cittadina che ancora vive di alcune modalità tradizionali e secolari: dagli eventi speciali religiosi alle feste dei Santi protettori e a quelle profane con balli, musica, fuochi artificiali e decorazioni luminose.
Nel ricco panorama delle feste e tradizioni, quella in onore di San Giuseppe è molto sentita nella cittadina e lo dimostra l’alto numero di persone con nome Giuseppe e tutte le sue varianti: Peppe, Peppino, Pippo, Giuseppa, Giuseppina, Peppina, Pina, Giusy, ecc.
Quest’anno, la festa in onore al padre putativo di Gesù si arricchisce con tantissime iniziative. Un programma ricco di mèlange di riti secolari, degustazioni, mostre e anche convegni.
Gli eventi, iniziati il 15 marzo, alle ore 19.00 con un convegno culturale: “L’altare di San Giuseppe nella tradizione popolare”. A seguire poi l’inaugurazione della 1^ mostra dei santini antichi e moderni di San Giuseppe e Sacra Famiglia e quella del 1^ concorso sculture di pane, ma il clou sarà il 19, si inizia con le Sante Messe e nel pomeriggio segue la processione, che si snoda lungo le principali vie del paese, partendo dalla Chiesa del Carmine e seguendo poi l’itinerario delle varie processioni religiose, toccando i quartieri della Randa, Pietra, Putieddi, San Paolo, Via Fontanelle e per poi tornare di nuovo verso la Chiesa di partenza e al rientro è prevista la “1^ Sagra pasta con le sarde”, in cui verranno distribuiti piccoli assaggi delle ricette tipiche della cucina caltabellottese a cura degli chef della FIC- delegazione di Sciacca. La chiusura dei festeggiamenti è prevista per domenica 22 marzo con un sorteggio organizzato in parrocchia.
Di certo, la festa di San Giuseppe è da considerarsi una di quelle manifestazioni che riesce a fondere cultura e tradizioni nella cittadina.
Il programma cittadino continua poi, con la Festa di Ringraziamento in onore del “SS. Crocifisso Dio Vivo” e “Maria SS. Dei Miracoli ”, in ricordo del miracolo della pioggia del 27 marzo 1957.
La Festa che si ripete ogni anno tra la fine di marzo e i primi giorni del mese di aprile, è detta anche “Festa di li fimmini”, poichè un comitato composto da sole donne organizza l’uscita dei simulacri da portare in processione, sono infatti le donne ad occuparsi della riuscita della festa grazie anche all’appoggio della comunità.
La Madonna dei Miracoli di Caltabellotta è stata definita la Madonna dell’acqua e ancora oggi nei periodi di siccità è portata in processione in penitenza.
Si narra che nel 1956 si ebbe un’annata di gran siccità, tanto grave era la situazione agricola e non solo, che i cittadini decisero di portare i simulacri di Maria Santissima e del Santissimo Dio Vivo, in processione, in contrada “Giubbu”. Dalla chiesetta dei Cappuccini partiva in processione il Dio Vivo, mentre dalla chiesa di Sant’Agostino si avviava il simulacro della Madonna e tutta la gente piangendo gridava: “l’acqua e lu pani vulemu”! Uno dei tanti sacerdoti, incredulo, affermava che l’acqua sarebbe caduta dai recipienti.
Nonostante ciò il popolo portò, penitente, i simulacri verso la contrada Giubbu, ad ovest della cittadina, dove le “vare”, furono sistemate in modo da guardare verso le campagne, posate sull’orlo di un precipizio. Il popolo pregava e invocava, fedele e sicuro che i loro protettori li avrebbero accontentati facendo piovere. Ecco che in lontananza apparve una nuvola, che man mano si avvicinava al paese si andava ingrossando fino a coprire il cielo e proprio in quel momento dopo tanto pregare iniziò a piovere in maniera leggera per tutta la processione sulla strada del rientro verso le chiese, ma non appena furono entrati i simulacri la pioggia aumentò, saziando così tutte le campagne assetate.
Da quel giorno, esattamente da 59 anni, i caltabellottesi portano in processione i simulacri dimostrando una sempre più crescente fede verso il “Dio Vivo” e la Madonna.
Maria SS. Dei Miracoli viene inoltre festeggiata anche l’ultima domenica di luglio in quella che è la festa più sentita ed importante per Caltabellotta.
Concludiamo il nostro excursus con la Pasqua a Caltabellotta. Esso è un evento ricco di solennità e trasporto, che sta a testimoniare la fede cattolica della gente. In particolare, durante la Settimana Santa, il periodo compreso tra la Domenica delle Palme e la Pasqua, vi sono le prediche della Passione, le visite ai Sepolcri allestiti dentro le chiese ed ornati con grano cresciuto al buio, i misteri, le sfilate dei penitenti, le processioni.
Nella Domenica delle Palme è tradizione, dopo la benedizione delle palme e dei ramoscelli di ulivo, simbolo di serenità e pace all’interno della famiglia, andare in processione con Gesù, con abiti d’epoca per le vie del paese sino alla Cattedrale dove viene celebrata la Santa Messa.
Il Giovedì Santo è comunemente titolato il giorno del “Giro di li Sibbùlichi”, cioè è usanza visitare le chiese, addobbate in modo particolare, per ricordare il Santo Sepolcro. È un Momento di Preghiera e Adorazione ai piedi di Gesù con Eucaristia nelle Chiese parrocchiali.
Il Venerdì Santo, secondo giorno del Triduo Pasquale si commemora la crocifissione e morte di Gesù Cristo. Si inizia in mattinata con la Via Crucis vivente dalla chiesa di S. Agostino sino ad arrivare alla Croce del monte Calvario, momento in cui avviene la crocifissione. Nel pomeriggio azione liturgica e adorazione della Croce in chiesa e poi segue la processione con l’addolorata fino al Calvario, segue poi la commemorazione della morte del Signore e deposizione del Crocifisso e in serata, avviene poi la processione con il Cristo morto
Il giorno di Pasqua, a Caltabellotta, è molto particolare: un mix tra sacro e profano. Tutto inizia alla fine della veglia del Sabato Santo in chiesa e con la caratteristica “Nuttatta” dei ragazzi, in cui è tradizione che dopo la mezzanotte, proprio per festeggiare Gesù Risorto, i ragazzi di ogni età, si riuniscono in campagne o in garage per mangiare e divertirsi, aspettando le prime luci dell’alba per accorrere nella Chiesa del SS. Salvatore e vedere la “Nisciuta di S. Micheli”, il simulacro viene portato in giubilo ad annunciare a tutti la resurrezione del Cristo. Spettacolari sono le danze del Santo a suon di musica per le vie del paese.
La parte più emozionante si verifica la sera nello Spiazzo Lauria della Chiesa Madre intorno alle 20.00: S. Michele cerca di convincere la Madonna che Cristo è risorto e alla terza volta la Madonna si convince e segue il Santo; quando San Michele, la Madonna si congiungono al simulacro di Gesù Risorto si verifica “ Lu ‘Ncontru”, tra applausi e giochi pirotecnici.
Resta indubbio che sono delle feste emozionanti da vedere che arricchiscono la storia, la cultura e la tradizione di Caltabellotta e dell’intero territorio. Noi di Giornale Cittadino Press invitiamo tutti voi a partecipare.