Siamo a Palermo e, come purtroppo tradizione vuole, alla vigilia di San Giuseppe, nelle periferie e non solo, si accatasta legna, rami e mobili vecchi per dargli fuoco, per accendere la così detta vampa. Roghi che di anno in anno divengono sempre più ingestibili, perchè allestiti pericolosamente ed in prossimità di abitazioni, auto, piante e persino davanti gli ospedali.
Ieri a Palermo è successo di tutto, forze dell’ordine e vigili del fuoco sono intervenuti senza sosta anche in situazioni di grave rischio per la loro incolumità.
Tra i fatti che destano enorme rabbia, che poi con la vampa c’è anche poca connessione, non possiamo non citare, o meglio denunciare, quanto accaduto nella zona in prossimità di via Crispi dove sono state bruciate due meravigliose palme Washingtonie, segno di un forte degrado sociale che si riflette sull’ambiente, oltre che un grave danno d’immagine per la nostra città.
“Un fatto gravissimo è successo a Palermo: il rogo delle due palme necessita di essere denunciato, essendo più grave rispetto al taglio degli alberi, parliamo di cittadini che di loro spontaneità si armano e vanno a bruciare delle piante, nella fattispecie due palme pregiate. E’ inammissibile che nella nostra città, qualcuno possa permettersi di fare una cosa del genere e per di più che resti pure impunito. La vampa di San Giuseppe, finché viene fatta su legname vecchio, anche se siamo ai limiti della legalità, può starci, ma qui, dopo i fatti di ieri, stiamo andando oltre ogni limite di civiltà. Ed in queste giornate, ci vorrebbero controlli a tappeto in tutte quelle zone a rischio, ovvero dove si svolgono queste manifestazione folcloristiche che si trasformano poi in disastri ambientali e sociali”. Così Beatrice Feo Filangeri, Responsabile nazionale del Laboratorio Ambiente e Natura Idv.
Proprio Beatrice Filangeri, in collaborazione con Lavinia Sposito, organizzeranno a breve un evento presso la bottega artigianale Di terra e di fuoco, in via del IV Aprile, per raccogliere dei fondi destinati all’acquisto di due palme da potere piantumare o nel punto del rogo di ieri, o nelle vicinanze.
Inoltre, sembrerebbe che la zona dove ieri sono state bruciate le palme, sia un’area archeologica, di proprietà della Soprintendenza di Palermo. Alla base delle palme, ci sarebbero i resti del quartiere islamico degli Schiavoni, e ciò renderebbe i fatti accaduti ieri ancora più gravi, nonchè sarebbe ancor più necessario un monitoraggio ed un’attenzione più accurate.
Spostandoci in un altro quartiere, ieri, già dal tardo pomeriggio, l’Associazione Comitati Civici Palermo aveva segnalato che a largo Michele Gerbasi, all’Albergheria, proprio di fronte il poliambulatorio dell’ospedale dei bambini, era stata realizzata una catasta di legno a ridosso di abitazioni, auto e all’ingresso dell’ospedale. Anche i cittadini si erano mobilitati con richieste di interventi immediati, prima che il tutto fosse dato alle fiamme. Ma il rogo, purtroppo, si è compiuto lo stesso con un bilancio di alcune auto danneggiate, oltre che un ulteriore danno ambientale, paura per i residenti e per i degenti dell’ospedale.