E’ una delle figure centrali del Cristianesimo, venerata e rispettata anche da altre Fedi. Maria di Nazareth, madre di Gesù, è la donna in cui tutti «hanno potuto vedere e vedono la Madre alla quale, e per tutto, si possono rivolgere con amore e fiducia». Proprio la devozione popolare nei confronti della Vergine, in un angolo della Sicilia ricco di bellezza e cultura che ha come punto nevralgico Caltagirone, è al centro di Madonne calatine. Guida alla contemplazione: storia, teologia, iconografia e iconologia, il saggio di padre Giuseppe Federicoedito da Bonfirraro nella nuova collana Quasi oliva speciosa, dedicata a fede, arte e tradizione.
A inaugurare la collana proprio la monografia di padre Federico, parroco della Cattedrale di Caltagirone, nonché coordinatore della Pastorale e delegato per l’amministrazione della cresima. Il volume, in libreria e negli store online dal 20 gennaio, è impreziosito dalla prefazione di monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, e dalla postfazione di Francesco Brancato, ordinario di Teologia dogmatica presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania.
Un viaggio appassionato attraverso le immagini della devozione di una Sicilia profonda, che ha saputo darsi lustro in tutto il mondo attraverso l’arte della ceramica e che anche nella Fede si è ritagliata un posto prominente. «A Caltagirone, come in ogni parte del mondo cristiano, il culto a Maria è legato a luoghi e, quasi sempre, a immagini pittoriche e a simulacri marmorei o lignei», si legge nelle prime pagine del volume, completato da una ricca bibliografia e da preziose stampe a colori. L’autore racconta di essere legato in particolare «a tre immagini della Vergine: la tela della Madonna del Ponte, la tavola della Conadominie la statua marmorea della Madonna della Catena venerata nella chiesa parrocchiale di Santa Maria da Gesù». A queste tre raffigurazioni mariane, da qualche anno, si è aggiunto «il mosaico dell’Odigitria realizzato da Marco Ivan Rupnik e dal suo Atelier nella chiesa della Madonna della Via».
Immagini che padre Federico non si limita a descrivere, inserendole in un discorso più ampio che riguarda la Fede e l’essere cristiani, a tutte le latitudini. «Scrivere questo libro non è stato facile: si tratta di sacrificare il poco tempo libero a una passione, che non risparmia sorprese e, soprattutto, riscalda il cuore», dice l’autore che è anche direttore della nuova collana di studi di Bonfirarro editore. «Credo che possa colmare un vuoto della produzione culturale attuale. In un tempo di globalizzazione, studiare e far conoscere l’enorme patrimonio che il vissuto cristiano ha prodotto nei secoli a livello popolare, può contribuire a custodire, rafforzare e rivitalizzare le nostre radici». Il nome della collana, spiega padre Federico, è ricco di rimandi biblici e incarna in modo particolare «la Sapienza divina, che parlando di sé, dice: “Sono cresciuta come un ulivo maestoso nella pianura”, “Quasi oliva speciosa in campis”».
«Durante la pandemia abbiamo assistito non soltanto al proliferare di paure più o meno motivate, ma anche al rifiorire di una ricerca spirituale per moltissime persone», dice l’editore Salvo Bonfirraro. «Non per nulla, una delle scene più emblematiche degli ultimi anni è quella di papa Francesco che da solo, in una piazza San Pietro deserta, invoca l’aiuto divino per liberare il mondo dal virus. Questa nuova collana, diretta da un fine teologo e da un sacerdote appassionato come padre Giuseppe Federico – affiancato da un comitato scientifico di altissimo livello, composto da Francesco Failla, direttore della biblioteca della Diocesi di Caltagirone, e Matteo Luigi Malgioglio, parroco di Mineo – sarà certamente uno strumento utile a questa ricerca, che tanti hanno intrapreso nel corso di anni difficili e che sicuramente non va abbandonata».
Giuseppe Federico
Nato a Caltagirone il 20 maggio 1958. Ordinato presbitero il 18 dicembre 1982, dopo aver conseguito la Licenza in Sacra Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma, dal 1989 al 2020 ha insegnato Liturgia presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania. Sempre dal 1989 è stato educatore nel Seminario Vescovile di Caltagirone. In particolare ne è stato rettore dal 2006 al 2011 e dal 2016 al 2021.
Dal 2006 al 2011 è stato direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano e dal 2011 al 2016 parroco in uno dei Comuni più ricchi d’arte della diocesi, Militello in Val di Catania. Attualmente è parroco della Cattedrale di Caltagirone e coordinatore diocesano della Pastorale.
Ha collaborato alla ideazione e alla realizzazione nei locali del complesso conventuale San Francesco d’Assisi delle mostre Salvator Mundi (1996/97), Veni SancteSpiritus (1997/98) e Gloria Patri (1998/99) in preparazione al Grande Giubileo dell’anno 2000.