venerdì, 20 Dicembre 2024
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Le Vie dei Tesori a Bagheria, Trapani, Marsala e Mazara del Vallo

A Bagheria alla scoperta di dieci luoghi. Chiese, palazzi, musei, yoga al tramonto all’Arco Azzurro. per tre weekend dall'11 al 26 settembre

Bagheria, per questa edizione de Le vie dei tesori apre dieci luoghi tra novità, riconferme e una sorpresa, il bellissimo Arco Azzurro – il ponte degli innamorati dello spot Baci Perugina – dove, oltre alle visite, si potrà partecipare a sedute di Yoga al tramonto. E ritornano anche due esperienze costruite sul mare, gite in barca a vela da Santa Flavia al castello di Solanto, e immersioni con la guida di un sub.

Il tutto, per tre weekend, dall’11 al 26 settembre. Con il supporto del Comune sono stati scelti con cura questi dieci luoghi per rileggere la città alla luce delle sue ricchezze culturali. E coupon acquistati saranno validi anche per visitare Carini, Monreale e Termini Imerese, poi Palermo e Cefalù (a ottobre). 

Tra le tappe del festival dei tesori, oltre a Bagheria, Monreale, Noto, TrapaniMazara e Marsala, ci saranno Caltanissetta e Messina, a cui si uniscono CaltagironeEnnaCarini e Termini Imerese; dal 2 al 17 ottobre toccherà a Sciacca, Cefalù, Erice, Ragusa e Scicli e fino al 31, a Palermo e Catania.

E per la Terre dei Tesori, apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, aziende di coltivazioni di frutti tropicali, in collaborazione con il dipartimento Agricoltura della Regione siciliana.

I SITI A BAGHERIA

Scoprire Bagheria vuol dire cercare le tracce degli Alliata, dei Valguarnera, dei Branciforti, dei Gravina, dei principi di Cattolica, e la visita non può che partire dalle residenze nobiliari dove il tempo si è fermatoE dunque, Palazzo Butera, buen retiro del principe di Pietraperzia deluso dalla politica; e Villa Ramaccaedificata dal principe Bernardo Gravina, a cui si accede percorrendo un lungo viale di piante esotiche. Ritorna l’ultimo pittore di “masciddara”: Michele Ducato ha come “amici” Angelica e il paggio Medoro oppure Astolfo che cerca sulla luna il senno di Orlando, oltre a santi e cavalieri, saracini e crociati, nati dalla sua mano artigiana. Dei musei si parte dalla collezione di Villa Cattolica, immersione nell’universo di Guttuso – ma il festival porterà anche nella chiesetta di Aspra dove, da  giovane pittore consegnò alla Storia i visi dei pescatori, poi, due musei-gioiello nati dall’inventiva di privati appassionati: al Museo dell’Acciuga si racconta il mondo “povero” della pesca e della salagione; al Museo del Giocattolo ci si perderà tra bambole in pannolenci, pupattole in biscuit, carrozzine in alpacca. Si chiude con il santuario di Maria Santissima Immacolata Regina delle Anime Sante, la “Gioia di Bagarìa” nata come cappella della congregazione dei Miseremini, sotto la protezione dei duchi Branciforte Gravina. Da due anni possiede addirittura uno stemma araldico. E infine l’Oasi Blu, inattesa casa d’artista, già molto amata lo scorso anno, una wunderkammer sorprendente tra cappelle votive, altari ai viaggiatori illustri, memorabilia raccolte da un ex ferroviere prestato all’arte.

Ritornano le escursioni in barca a vela nel golfo di santa Flavia, costeggiando il waterfront e arrivando al castello di Solanto; e le immersioni con la guida di un sub esperto. Quest’anno è stato aggiunto anche “Portami ad Aspra”, museo en plein air costruito da 21 donne della borgata che hanno dato voce ai racconti dei vecchi. Ma la vera sorpresa la si avrà raggiungendo al tramonto l’Arco Azzurro dove due esperti di meditazione e suonoterapia, Anna Gagliano e Marco Mineo, condurranno tre diverse sessioni – i chakra del cuore, il bagno sonoro antistress, la campana di quarzo e didgeridoo per favorire il riequilibrio – per avvicinare lo yoga, anche per i neofiti.

Trapani quest’anno ci si dedicherà ancora di più al mare, indagandone i mestieri antichi, i sapori salmastri, le raccolte e gli oggetti di uso quotidiano. A Trapani i coupon del festival si troveranno anche da Tecnica Sport, frutto della collaborazione con la fondazione Le Vie dei Tesori. Le Vie dei Tesori ritorna quindi nel Trapanese da sabato 11 settembre, e per tre weekend, fino a domenica 26 settembre

Un nuovo viaggio alla scoperta della città, costruito con il supporto logistico dei giovani di Agorà. Che hanno costruito una serie di esperienze profondamente legate al mare: dai racconti dei pescatori a barracche (il porto peschereccio) a quelli dell’ultimo mastro corallaro che aprirà le porte del suo laboratorio (RossoCorallo), ad un percorso sensoriale nella salina Culcasi di Nubia, a Paceco. Esperienze straordinarie e del tutto inedite, pensate proprio per Le Vie dei Tesori: che non potevano rinunciare al gesto, visto che all’Ittiturismo La Tramontana vi spiegheranno come “incocciare” il cous cous e preparare le sarde allinguate. Tutte da prenotare su www.leviedeitesori.it i posti sono limitati.

A Trapani il festival proporrà visite a tredici siti: tra le new entry, le cave della Ducale Marmi a Custonaci: sarà possibile visitarla, sulla scia della storia degli scalpellini che alla fine della guerra, con Trapani distrutta, dovettero attingere a nuove cave sul territorio. E trovarono anche la pietra Ducale – che qui si estrae – una particolare venatura di Perlato di Sicilia. Una visita speciale sarà anche quella alla Prefettura, con le sue sale decorate e le numerose opere d’arte. Un altro gioiello è Palazzo Montalto che sarà una vera scoperta: progettato negli anni Venti del secolo scorso dall’architetto trapanese Francesco la Grassa per il notaio Giacomo Montalto, è un exploit di ferro battuto, decorazioni floreali e vetri, ringhiere e volute, rosette e tralci: Liberty allo stato puro, soprattutto nell’esuberante appartamento del giudice Gian Giacomo Ciaccio Montalto che morirà ucciso da Cosa Nostra. Preziose le carte da parati: dischi dorati, fiori stilizzati, arance, limoni, uva e melograni di gusto decò. E mobili originali Liberty e pezzi di design moderno arredano la sede dell’Ordine degli architetti che conserva una biblioteca tematica di oltre tremila volumi. Si partirà poi alla scoperta delle insegne spagnole scolpite nel tufo del Bastione Imperiale, uno di quelli costruiti dal Ferramolino sotto Carlo V, per godere poi della vista incomparabile dal campanile di san Domenico con la Torre della Colombaia che anche quest’anno si raggiungerà in barca. A Palazzo D’Alì si perderà il conto delle finestre e si potrà assistere alla visita teatralizzata con protagonista donna Clotilde che abitò queste stanze (a cura degli Amici del Museo Pepoli). Le chiese: dalla più imponente, la cattedrale di San Lorenzo, alla sontuosamente barocca Cappella della Mortificazione, vera iconografia da “regno della morte” al Collegio dei Gesuiti con una commovente Immacolata del Marabitti alla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio con la tomba del famoso architetto (a cui si deve gran parte dei palazzi e delle chiese di Trapani) Giovanni Biagio Amico. Fuori dal centro storico, si raggiungerà il museo della Pesca dentro la Tonnara Bonagia e la Torre Marausa o Torre di Mezzo, una delle poche superstiti tra le 150 erette nel Cinquecento a difesa della città dalle razzie dei barbareschi: presto inizieranno i lavori di ristrutturazione, sarà una ghiotta occasione per scoprirla. Tre le passeggiate: la prima, condotta da Renato Lo Schiavo, seguirà le orme di uno scrittore vittoriano, Samuel Butler che rilesse l’Odissea ambientandola tra le Egadi e Pantelleria. La seconda, condotta dall’ex direttore del Museo Pepoli (oggi al Museo Riso) Luigi Biondo, rintraccerà la simbologia di una Trapani nascosta, da scoprire “a naso in su”. Con l’archeologo Francesco Lombardo si camminerà sui passi di antichi briganti, pastori e uomini di altri tempi per ritrovare la leggenda della Baronia di Arcudaci a Bosco Scorace, polmone verde di Buseto Palizzolo. L’info point de Le Vie dei Tesori sarà a Palazzo D’Alì, in piazza Municipio (tutti i giorni, dalle 9 alle 18).

I TESORI A MARSALA

Si potranno visitare (per la prima volta in assoluto) i resti di una ricca casa lilibetana del periodo romano imperiale con i suoi bellissimi mosaici, scoperta presso il Teatro Impero. Nel 1954 scavò qui la famosa sovrintendente e archeologa Jole Bovio Marconi) – si potrà partecipare a esperienze inattese, molte allo Stagnone su cui si volerà a bordo di un Piper, si navigherà in barca nella laguna, si passeggerà a cavallo o si potrà rivitalizzare la pelle con uno scrub al sale immergendosi nella cosiddetta acqua fatta o acqua madre della salina Genna che elimina le tossine; mentre sull’isola di Mozia, una ricca colazione in stile british, prima di partecipare a passeggiate tematiche. E sono sei le cantine che apriranno le porte (per il progetto Terre dei Tesori) per visite e degustazioni: si seguirà il viaggio del Marsala dalle vigne alle botti alle navi “vinaccere”, ai vini di ultimissima generazione, spesso passati di padre in figlio. Partecipano il Baglio Donna Franca, Cantine Bianchi, Caruso e Minini, Curatolo-Arini, Fina e Martinez.

A Marsala sono dieci i siti che apriranno le porte alle visite guidate: dal famoso Campanile del Carmine aperto per la prima volta due anni fa, alla cripta della chiesa di San Francesco con inattesi affreschi manieristi; dalla chiesa del Purgatorio con la cupola a maioliche verdi, a San Pietro e Paolo (soltanto a giugno scorso è stata riaperta al culto) che nasce come chiesa del convento delle suore Oblate Benedettine che accoglievano le fanciulle facoltose; agli stucchi barocchi della chiesa di Santo Stefano, con il suo camminamento segreto. Si scenderà nel complesso ipogeico di Santa Maria della Grotta e si scopriranno le nicchie e gli arcosoli affrescati delle Latomie; e non mancherà di commuovere il santuario della Madonna Cava nata per accogliere una Madonnina miracolosa. Da non perdere la vista dalla terrazza di palazzo VII aprile. L’info point è presso l’Ufficio Turistico, via XI Maggio, 100 (sabato e domenica, dalle 10 alle 18).

Tra le Passeggiate quella condotta da Piero Gallo, pronipote di Abele Damiani, maggiore dei Garibaldini, che in seguito divenne anche Ministro del Regno d’Italia. Con lui si riannoderanno le fila dell’epopea dei Mille, e si sottolineeranno i momenti cruciali in cui la storia di Marsala incrociò la Grande storia dell’Unità nazionale.

I TESORI A MAZARA

Si potranno visitare oleifici, tenute agricole e persino una piantagione di avocado, assaggiando i prodotti che nascono dalla terra e non sono assolutamente trattati.  Oltre ad un giro sotto al città – nel reticolo di cave dove si verrà guidati da Periferica – si assaggerà il pani cunzatu delle Tenute Cav. Mandina (ex stazione di posta per i viandanti e pellegrini lungo la Via Francigena, oggi azienda agricola e museo con gli utensili della tradizione contadina, tra cui un’antica macina dell’uva e del grano, la “masciaredda”) si scopriranno i grani antichi ai Molini del Ponte che raccontano quattro generazioni di mugnai; si degusterà l’olio che nasce dalle Latomie per Centonze; e alle Tenute Caracci si capirà come si coltivano gli avocado. Le passeggiate condurranno invece alla scoperta della Casbah, unica, brulicante, colorata, esempio straordinario di convivenza multiculturale; ma si potrà anche raggiungere l’altura di Roccazzo dove scoprirete esistente un’antica necropoli.

Ma chi cerca l’anima religiosa di Mazara, non avrà che l’imbarazzo della scelta: in quella che fu la più estesa e ricca Diocesi di Sicilia, voluta da re Ruggero, sono ancora rintracciabili chiese e cappelle spesso di stili sovrapposti che raccontano una città a strati, che si sfoglia come una cipolla. A partire dalla Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto (o delle Giummarre) che secondo la tradizione, parrebbe risalire al 1085, anche se gli storici non sono d’accordo tra loro sulla datazione. È considerata un monumento normanno tra i più interessanti del periodo, unico esempio in Sicilia occidentale di copertura a volta a botte traversa, con estradossi a vista. C’è poi San Francesco nata in stile arabo-normanno, che divenne convento francescano, caserma dei carabinieri, poi carcere femminile, fino al 1970 quando fu abbandonata: è stata restaurata da appena un anno; San Michele Arcangelo, la chiesa del Monastero delle Benedettine, un tesoro barocco inaspettato, con uno stupendo pavimento di maiolica cosparso di fiori splendenti; e San Giuseppe, appena restaurata, nata come un semplice e piccolo oratorio dedicato al santo protettore dei falegnami, ma poi rimaneggiata e ingrandita, decorata con pitture e stucchi. E se il Collegio dei Gesuiti oggi si è trasformato in uno spazio espositivo (ospita una sala dedicata a Pietro Consagra con le sue opere grafiche e una mostra di miniature di chiese e del castello normanno, realizzati in scala e con materiali di recupero da Ignazio Auguanno), merita una visita di certo Santa Caterina, fondata nel 1318 con il vicino monastero (che non esiste più), dalla nobile Giovanna de Surdis: nel XVIII secolo si trasformò in un gioiello barocco con un’estrosa facciata abbellita da una ricca decorazione in calcarenite, tra motivi a foglie e conchiglie, mascheroni grotteschi e angeli.

Dall’inventiva di Emmanuele e Francesca, e della figlia Tania, è nata una “casa d’artista” che schiaccia l’occhio a Gaudì: Casa Lombardo è un cantiere aperto, casual, pop, una sorta di Biennale di Venezia in piccolo. Emmanuele crea le sue sculture en plein air, Francesca disegna e realizza mobili e suppellettili, Tania appende le sue tele. Attorno alla villa, i viali dedicati a nomi famosi: piazzetta Beethoven, largo Prassitele, pagoda Pirandello, passaggio Socrate … e così via. Diversi per età ma non per creatività, ecco Casa Periferica che, oltre a curare per il festival, la logistica sul territorio, apre le porte  dei suoi spazi dove i creativi “macinano” idee di rigenerazione urbana. La visita si chiude al Teatro  Garibaldi, vera e rivoluzionaria “sala del popolo” che costò 2355 ducati ai cittadini e fu costruito in soli tre mesi utilizzando il legno delle barche dismesse. L’info point è presso la Pro Loco Mazara, in via XX settembre, 5 (sabato e domenica, dalle 10 alle 18).

Info ticket, prenotazioni, liste luoghi su leviedeitesori.com

[Comunicato stampa]

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