di Antonino Schiera
Palermo – Lunedì scorso, 16 febbraio, saliva simbolicamente sul treno Intercity Palermo – Roma per discutere con il ministero delle infrastrutture e con l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Michele Elia, sulla attuale situazione delle Ferrovie Siciliane sulle quali si era abbattuta la mannaia di ulteriori possibili tagli.
Stiamo parlando di Giovanni Pizzo Assessore regionale alle infrastrutture. Oggi lo abbiamo intervistato per conoscere gli sviluppi della situazione, nata il 2 febbraio scorso, quando le Ferrovie dello Stato avevano comunicato ai sindacati di essere intenzionati ad attuare nuovi tagli in Sicilia.
Cosa vi siete detti negli incontri di Roma?
<<Con il ministero – risponde l’ assessore – c’è una piena sintonia ad operare sugli sviluppi di questa vicenda, per cui ogni proposta di cambiamento dei servizi sarà discussa insieme e se ritenuta migliorativa in merito a investimenti, mezzi, risorse umane, tempi di percorrenza e soddisfazione dell’utente, sarà eventualmente validata.>>
Il precedente amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti è stato molto criticato per avere dato spazio ed importanza prevalentemente alle opere ed ai treni ad alta velocità, pensa che con Elia possa esserci un cambio di rotta?
<<Per un capo d’azienda molto forte come lo è stato Moretti, è stato naturale raccogliere i risultati a breve nell’importante trasformazione che ha avuto il gruppo Ferrovie. Ovviamente era più semplice raccogliere consensi e risultati economici nella parte più sviluppata e ricca del paese. Ricordo però – prosegue Giovanni Pizzo – che FS è una azienda di stato e la nostra Repubblica è una e indivisibile. D’altra parte dobbiamo considerare che adesso il gruppo può crescere solamente al sud come dimostrato dalla programmazione dello stato dello sblocca Italia, incardinando la linea Bari – Napoli e ingenti investimenti in Sicilia.>>
Quale ruolo ha, secondo il suo punto di vista, il trasporto ferroviario in Sicilia?
<<Il siciliano non è abituato a veder passare i treni. Bisogna farglieli vedere, conoscere e soprattutto bisogna abituarlo ad usarlo. Ci vorrà uno sforzo enorme per cambiare la mentalità spesso conservatrice. Siamo fiduciosi perché possiamo soltanto migliorare e non è una battuta.>>
Lei usa il treno per i suoi spostamenti?
<<Prendo spesso il treno. Sono un utente abituale – dice l’assessore – della linea Palermo – Messina. Salgo soprattutto sui treni regionali veloci che ritengo più comodi e performanti, rispetto ad altre forme di trasporto.>>
Ci racconti qualche particolare sul viaggio di lunedì scorso in verso Roma.
<<Il viaggio ci ha dato, al di là della provocazione intellettuale, notevoli spunti di riflessione. E’ stato di fondamentale importanza che i rappresentanti delle istituzioni, sindaci in testa, ma anche altri amministratori, siano saliti sul treno insieme a me. Abbiamo avuto modo di constatare il livello dei servizi offerti. Intanto c’è da dire che il treno era semi vuoto. Ritengo fortemente da economista – prosegue Giovanni Pizzo – che sia l’offerta a creare la domanda e faccio un esempio: quando sono arrivati in Italia gli smartphone, un mercato che si riteneva saturo, la domanda è raddoppiata. Credo che in considerazione della bassa offerta quali-quantitativa presente sul territorio, la domanda di servizi ferroviari, se adeguatamente stimolata, potrà raggiungere sensibili aumenti. L’obiettivo sulla lunga percorrenza deve essere ambizioso. I palermitani nel giro di poco tempo potranno e dovranno arrivare a Roma in 8 ore contro le 11 ore e 30 minuti attuali>>.
In effetti la scarsa affluenza di viaggiatori sulle linee siciliane ha dato il pretesto alle Ferrovie di Stato per non investire qui da noi al sud, preferendo lo sviluppo,come detto prima, del centro nord Italia e dell’alta velocità. Ma poniamoci una domanda che in qualche modo sintetizza quanto ha detto l’assessore: nel momento in cui, da orario, un treno confortevole collegherà Palermo con Messina in 2 ore, quante persone saranno disposte a lasciare l’automobile a casa o a non continuare a preferire il pullmann, per salire su quel treno?
Ai posteri l’ardua sentenza, sperando che l’ottimismo e le buone intenzioni dei nostri amministratori possano trasformarsi presto in fatti concreti.