di Antonino Schiera
Palermo – Spending review, ovvero il processo che tende a migliorare l’efficienza e l’efficacia della spesa pubblica e la delocalizzazione delle tasse, ovvero la tendenza del governo centrale italiano a chiudere i rubinetti dei finanziamenti verso gli enti locali stanno mettendo in seria difficoltà i comuni italiani.
E’ un problema di cui si sta facendo carico, con una serie di iniziative, l’ANCI SICILIA con in testa il suo presidente Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo.
Per tutto il mese di febbraio i comuni dell’Isola daranno vita ad una campagna di comunicazione diretta ai cittadini prevedendo la chiusura di strutture ed edifici comunali al pubblico, con modalità e orari che saranno individuati dai sindaci nel rispetto delle identità territoriali e delle esigenze della cittadinanza.
L’ANCI Sicilia lamenta in particolare il mancato avvio delle riforme fondamentali, la gravissima crisi economico-finanziaria dei comuni siciliani e i tagli del governo nazionale e regionale delle risorse destinate agli enti locali.
<<Si tratta di azioni simboliche – spiega il presidente Leoluca Orlando – che i sindaci pianificheranno non solo per evidenziare i disagi della propria amministrazione, ma anche per stabilire un dialogo aperto con la cittadinanza con l’obiettivo di informarla dettagliatamente sul perché troppo spesso gli amministratori si ritrovano nelle condizioni di non potere garantire i servizi essenziali. La mobilitazione dell’ANCI Sicilia tende a ribadire che gli amministratori non intendono assistere passivamente al progressivo peggioramento della qualità della vita dei cittadini.>>
Su queste basi l’ufficio di presidenza dell’ANCI Sicilia ha deliberato di convocare una serie di incontri sul territorio: si partirà da Messina dove, il prossimo 24 febbraio, si riunirà il consiglio regionale per affrontare il problema dei tagli nella sua complessità anche in riferimento a quelli che, a partire dal mese di giugno, interesseranno le linee ferroviarie siciliane.
Il problema sollevato è sotto gli occhi di tutti. Le città offrono ai cittadini: buche nell’asfalto, marciapiedi dissestati, trasporti pubblici non all’altezza e quant’altro. Di contro aumenta la pressione fiscale esercitata direttamente dai comuni per compensare la diminuzione dei finanziamenti pubblici che arrivano da Roma.