mercoledì, 25 Dicembre 2024
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Questa notte buia finirà mai? Sì, e torneremo a rivedere il sole!

La scorsa settimana, ho pubblicato su Facebook una foto del cielo velato con la luna crescente e con una scritta riportata nel titolo. Pochi sono stati gli amici social che hanno risposto, ma da quelle arrivate, ho compreso che non sono il solo che la vede nera, mentre altri sono fiduciosi che tutto passerà. Le frasi che mi sono piaciute di più: “Dobbiamo avere fiducia” e “C’è sempre una nuova alba”.

Naturalmente il periodo buio a cui mi riferisco, lo avete certamente capito, è quello che da più di anno ci costringe a stare a casa o quasi. E’ quel maledetto virus, che tante persone ha fatto morire e tante altre ha ridotto sul lastrico e che continua imperterrito a terrorizzarci.

Adesso la speranza sono i vaccini, ma come abbiamo visto alcuni di questi hanno provocato effetti collaterali nefasti, insinuando in noi una ulteriore paura e dubbio sulla loro efficacia.

A proposito dei casi “nefasti”, la frase che ci sentiamo ripetere dai vari esperti (azz.. ma quanti sono, si moltiplicano a vista d’occhio?) e che il rischio è minimo rispetto al beneficio.

Certo è chiaro questi vaccini sono stati prodotti in fretta e furia e come si sa “la gattina frettolosa fa i gattini ciechi”, i vari protocolli che in casi analoghi si attivano sono stati modificati ad uso e consumo, specialmente nel tempo che deve trascorrere tra la sperimentazione, la messa in produzione e la relativa distribuzione. Non rimane altro da fare: si deve accelerare nel farci vaccinare tutti per vedere cosa succede; per adesso sembra essere l’unica soluzione.

Il problema maggiore, sono i paesi del terzo mondo; bisogna aiutare quella parte di popolazione perché da soli non ce la possono fare. Personalmente auspicherei che le case farmaceutiche che attualmente producono i vaccini, mettano a disposizione di questi paesi, la formula in maniera tale che possano produrre in autonomia il vaccino. Ma lo faranno mai? Il dio denaro regna sovrano.

Faccio un passo indietro, alla frase del mio amico “C’è sempre una nuova alba”, già il sole che sorge, io spesso e volentieri mi reco appositamente in riva al mare a Mondello (una località balneare del capoluogo siciliano) a vederlo sorgere, appena nasce è bianco, poi mano mano che si alza in cielo diventa giallo ed espande i suoi raggi sull’acqua, uno spettacolo grandioso, che ogni volta mi stupisce e mi ammalia.

Poi nel tardo pomeriggio, sempre il sole, tramonta, questa volta lo ammiro dal mio adorato paesello Sferracavallo (altra località balneare di Palermo), è arancione, ed ancora i suoi raggi si espandono sul mare, e quando sta per ecclissarsi diventa rosso. E’ difficile ammirare questo spettacolo della natura, percè è un fenomeno molto raro, un alone verde che fa ben sperare.

Perché ho voluto parlare del sole all’alba e al tramonto? Perché a ricordarmelo ci sono i colori che i politici ed i tecnici hanno voluto attribuire alla gravità del contagio, e alla conseguente divisione delle varie regioni o paesi in base all’indice del contagio, che varia in base a diversi fattori. Mi chiedo: perché giusto giusto i colori del sole? Esistono in natura diversi colori, da quelli primari, vedi l’arcobaleno – simbolo che il brutto tempo è passato -, a quelli secondari o comprimari. C’è l’azzurro, il verde, il blu, l’indaco, il rosa, il pissi pissi bau bau, il tazziche tao, il merendero, etc., etc.

Addirittura si sono inventati anche il rosso scuro e il rosso chiaro, l’arancio che tende al rosso e l’arancio che tende al giallo. Ma cavoletto di Bruxelles, un po’ di serietà non gioverebbe ad addolcire l’amara pillola che dobbiamo inghiottire?

Certo il comportamento scellerato che alcuni individui, siano ragazzi, uomini o donne, hanno tenuto nei confronti del virus, sono intollerabili. Assembramenti, il non uso delle mascherine, il menefreghismo verso il prossimo, non hanno contribuito e non lo faranno in futuro a debellare questo mostro invisibile. Basterebbe un po’ di accortezza per far scendere il numero dei contagi.

Non dobbiamo dimenticare chi, da oltre un anno vede a rischio il posto di lavoro o chi, addirittura, lo ha già perso. I commercianti, i ristoratori, i lavoratori dello spettacolo e così via dicendo, sono quelle categorie che fino ad ora ci hanno rimesso più di tutti. Prima ci adeguiamo a questo stile di vita, diciamo riservato, prima ne usciremo e, per usare una frase tanto cara alla politica, prima ripartiremo.

Mi auguro che questo brutto incubo finisca al più presto, ma questo dipende soprattutto dai nostri comportamenti nei confronti degli altri,

Che il sole torni a risplendere su in cielo e nelle nostre menti, al più presto.

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