Argomento prioritario, in questi tempi di Covid, è quello di trovare una soluzione, così da far fronte al problema relativo alla mancanza di strutture sanitarie nelle isole minori siciliane.
In caso di focolaio, queste, si ritroverebbero a dover gestire le operazioni di trasporto attraverso l’utilizzo di ponti elicotteristici, ad oggi unica soluzione attuabile per garantire la possibilità di ricovero dei residenti. Questa pratica indispensabile, si presenta, però, esosa in termini di costi sociali.
Si evidenzierebbe, in seconda battuta, un’altra drammatica situazione per gli isolani, ossia, la ricaduta in termini di economia turistica. Tema non di secondo piano, in quanto rappresenta una delle maggiori fonti di reddito degli abitanti dell’isola.
Non possiamo permetterci di sottovalutare il problema, dobbiamo necessariamente avanzare proposte a breve termine e che risultino efficaci.
La DC Sicilia, ad esmpio, propone di avviare una campagna vaccinale a tutti i residenti delle isole, pratica già adottata sia nelle isole minori della Grecia, ma anche in Spagna e nel Portogallo.
Tale soluzione, è stata prontamente accompagnata da una campagna pubblicitaria chiamata Covid Free, così da accreditarsi agli occhi del turismo mondiale come Isole Sicure.
Garantire la sicurezza in termini di salute, oltre che garantire il turismo in termini economici, risulta essere una priorità alla quale non possiamo esimerci. Anche le Isole Minori sono Sicilia e, in quanto tale, va prestata la massima attenzione da parte delle nostre istituzioni regionali preposte.
“E’ possibile mettere in sicurezza le isole minori siciliane”. Lo scrivono Maurizio Di Piazza, Responsabile in Sicilia del Dipartimento Regionale Maxi–Emergenze di Forza Italia ed Enrico Bernini Carri, Presidente del CEMEC, (Centro Europeo Medicina delle Catastrofi della Repubblica di San Marino), in una nota indirizzata al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci ed al Presidente dell’ARS, Gianfranco Miccichè.
Di Piazza e Bernini Carri annunciano infatti che il CEMEC, metterà a disposizione delle autorità regionali siciliane, un protocollo di biosicurezza-emergenza, appositamente studiato per le isole Egadi, Eolie, Pelagie, Pantelleria ed Ustica.
Il CEMEC fu fondato a San Marino nel 1986, come Ente Internazionale Autonomo su proposta degli Stati di San Marino, Italia, Francia, Turchia e Malta, ed a seguito della sua fondazione nacque l’Accordo sui Rischi Maggiori del Consiglio d’Europa. Ad oggi il CEMEC è l’Ente che nell’ambito del Consiglio d’Europa si occupa di Formazione Sanitaria e Gestione dei Progetti e Processi legati alle situazioni catastrofiche come la pandemia Covid-19.
“La fase 2 del Covid-19 – afferma Maurizio Di Piazza – dura ormai da molto tempo ed è indispensabile cambiare passo. Serve quindi una svolta nella gestione della pandemia, che può prendere l’avvio con l’applicazione di un protocollo di sicurezza, rispettoso delle disposizioni ministeriali, ma nel contempo rafforzativo e adattato alle singole esigenze territoriali ed evolutive della pandemia, da attivare nei territori delle piccole isole minori della Sicilia, per poi essere esteso su una scala maggiore”.
Il Professore Enrico Bernini Carri, Presidente del CEMEC ha proposto una soluzione studiata ad hoc consistente in un “Protocollo di Sicurezza per il Biocontenimento“, che permetta la fruibilità delle piccole isole, promuovendo nel contempo, un tipo di turismo responsabile, volto a tutelare la sicurezza del turista e della comunità ospitante. Il protocollo CEMEC di prevenzione alla cui stesura hanno collaborato tra i vari esperti coordinati dal Prof. Bernini Carri, anche Maurizio Di Piazza e la Delegata dell’organizzazione per la Sicilia, Gabriella Di Munno, è basato su un insieme di strumenti integrati tra loro: un sistema di filtro all’ingresso (SISTEMA TTTS); una serie di regole comportamentali che devono essere adottate dal turista e dalla comunità isolana; alcune modifiche del territorio e degli ambienti di lavoro; alcune modifiche all’interno delle strutture alberghiere di dimensioni maggiori; un sistema di sorveglianza e di default; linee guida di sanificazione.
Secondo Bernini Carri, “Il sistema assicura una gestione di alta qualità interdisciplinare, ed è basato sulla cooperazione tra operatori sanitari, enti istituzionali e popolazione. Il protocollo di biocontenimento studiato per la pandemia è convertibile in protocollo di sicurezza infettivologica e viene attivato anche in caso di sbarco di migranti, a tutela degli stessi migranti e dei residenti ed ospiti presenti nelle isole, rendendo così il sistema, oggi indispensabile per affrontare la pandemia, anche idoneo a sopperire alle esigenze di tutela della salute dei migranti e di chi generosamente li accoglie. Il protocollo potrà inoltre integrarsi con la campagna di vaccinazione e ulteriori misure, quali il passaporto vaccinale, le APP di tracciamento o i sistemi di monitoraggio basati su tecnologie innovative”.
“Grazie al protocollo per rendere le Isole minori Covid free, proposto dal Centro Europeo Medicina delle Catastrofi della Repubblica di San Marino (CEMEC) e il Dipartimento Regionale Maxi–Emergenze di Forza Italia, tali comunità locali potrebbero godere di un rilancio che attualmente, rispetto alla terraferma, è più penalizzato dalla condizione emergenziale. Pur restando in sicurezza, potrebbero tornare a vivere di turismo, lavorando piuttosto che sperare nel solo assistenzialismo. Per tale motivo ritengo che l’iniziativa sia di vitale importanza e auspico che il Presidente della Regione accolga favorevolmente la proposta avanzata. Proporrò a tal proposito un ordine del giorno. Il protocollo è infatti basato su degli strumenti tra loro integrati che permettono maggiori filtri nei controlli d’ingresso per le Isole minori a prescindere dalla conclusione della campagna vaccinale. Prevede regole comportamentali specifiche che la comunità isolana e i turisti devono adottare; sistemi di sorveglianza, modifiche delle strutture alberghiere e linee guida di sanificazione più stringenti, per rilanciare così la precaria economica locale, specie nei mesi di alta stagione”. Così afferma la deputata di Forza Italia all’Ars, Bernardette Grasso.