Palermo 11 aprile 2021 – L’Azienda con la quale collabora mia moglie le chiede, così come ha chiesto agli altri dipendenti e collaboratori, di effettuare, per motivi di sicurezza interna, un tampone e così anch’io ho deciso di aggregarmi alla mia giovane Consorte e di sottopormi al tampone, nonostante abbia seguito scrupolosamente le regole dettate dal Governo ed in particolare quelle volute, anche se non sempre condivise, del Comitato Tecnico Scientifico, a volte anche venendo tacciato di esagerazione da parte di parenti, amici e conoscenti.
Effettuata la prenotazione on-line sul sito della Regione Siciliana, ci rechiamo alla Fiera del Mediterraneo, un tempo luogo di divertimento e d’incontro per le famiglie, non solo palermitane, ma provenienti da tutta l’Isola e notiamo una lunghissima fila di persone, più o meno anziane, incolonnate a piedi per la vaccinazione e, noi che siamo sostenitori del vaccino, a giusta ragione considerato l’unico modo veloce per uscire dalla pandemia del Covid19, ce ne rallegriamo.
Chiediamo informazione per il tampone in drive-in ed una persona, molto gentile e garbata, appartenente all‘Associazione Nazionale Carabinieri, ci indica la fila di auto in Via Isaac Rabin. Preoccupati per la lunga fila, presagio di un’altrettanto lunga attesa, c’incolonniamo ma, dopo meno di 30 minuti, siamo già all’interno del complesso fieristico al quale accediamo dall’entrata principale, quella un tempo predisposta alla biglietteria.
A bordo della nostra auto, inizia un viaggio, desolante e deprimente, verso il tampone all’interno di quel luogo un tempo destinato a serate di svago, di acquisti e di degustazioni non sempre soddisfacenti. Vagare per i viali, un tempo curati e fioriti, è per me particolarmente toccante, dal momento che al luogo sono legati anni goliardici e mai dimenticati, di studio e spensierato divertimento, quelli dedicati, tra la fine degli anni ’70 ed i primi anni ’80, al conseguimento della Laurea all’I.S.E.F. (Istituto Superiore Educazione Fisica), i cui laboratori pratici, dalla Pallavolo, alla Pallacanestro, sino a giungere alla Ginnastica Ritmica ed all’Attrezzistica, erano allora ospitati nel Complesso Fieristico.
I padiglioni, come si vede dagli scatti fotografici di mia moglie Claudia Scavone, sono in uno stato totale di abbandono, gli infissi e le porte sono letteralmente divelte e le erbacce, e con queste i ratti (li abbiamo visti distintamente) ed i gatti che gli danno la caccia, hanno trovato il loro habitat. Una vera bomba ecologica alla falde dell’altrettanto ferito, deturpato, più volte dato alle fiamme ed invaso dai rifiuti, Monte Pellegrino: due sorti parallele che vogliamo sperare siano solo momentanee e reversibili.
Nel frattempo la fila di auto si muove speditamente e sotto lo sguardo vigile dei Volontari della già citata Associazione Nazionale Carabinieri, di quelli dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato, della Polizia Municipale di Palermo ed anche di qualche Sott’Ufficiale dell’Esercito Italiano, ci troviamo presto al cospetto del Parasanitario, totalmente protetto dai presidi anti-covid, il quale, dopo aver preso visione dei moduli da noi preventivamente compilati e dei nostri documenti di riconoscimento, esegue la veloce quanto leggermente fastidiosa operazione del tampone nasale, per poi indicarci una sorta di momentaneo parcheggio, dove sosteremo e, a loro dire, riceveremo entro 10′ minuti l’esito dell’esame.
In effetti l’esito arriva nei termini indicati ed è, grazie a Dio, negativo anche alla nostra perizia, pagata con il quasi totale isolamento da ogni contatto.
Usciamo subito dal Complesso Fieristico, con ancora negli occhi il degrado dei vialetti e dei padiglioni, non prima di aver addirittura ricevuto il saluto militare da un Sergente, al quale, memore dei miei trascorsi nell’Esercito, ricambio con piacere, ma comunque soddisfatti per aver notato una macchina organizzativa, quella dei tamponi ed anche delle vaccinazioni, funzionante e secondo la nostra personale esperienza, funzionale.