lunedì, 23 Dicembre 2024
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Sicilia, all’Ars passa ddl per istituire la Giornata che ricorda l’eruzione dell’Etna del 1669

ALL'ARS, PASSA IN V COMMISSIONE, CON IL VOTO DEL GOVERNO, IL DDL SULL'ISTITUZIONE DI UNA GIORNATA DELLA MEMORIA PER RICORDARE L'ERUZIONE DELL'ETNA E DEI TERREMOTI DEL 1669

Passa alla V commissione ARS con il voto del Governo, rappresentato dall’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, il disegno di legge presentato come prima firmataria dall’on.le Josè Marano (M5S) che istituisce una giornata della memoria e introduce un itinerario culturale che rievochi i terribili eventi vulcanici e sismici che nel 1669 distrussero parte di quei territori della Sicilia orientale.

La parola passa ora al Parlamento che, se voterà l’iniziativa sancirà come giorno della memoria l’11 marzo di ogni anno, nel quale ricorderemo la potenza distruttiva che ebbe l’Etna nel 1669 con il catastrofico evento eruttivo.

L’eruzione dell’Etna ebbe inizio il 25 febbraio e si concluse intorno alla metà del mese di luglio del 1669. La data dell’11 marzo viene individuata, nel ddl appena approvato, come giorno in cui è avvenuta la prima colata lavica a seguito della quale è stato cancellato il centro abitato di Mompilieri, attuale Belpasso.

Il disegno di legge è stato approvato in Commissione con il voto favorevole del Governo regionale. Come assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana – dichiara Alberto Samonà – e come rappresentante del Governo Musumeci, in uno spirito di apertura e collaborazione con il Parlamento regionale, ho ritenuto di dover condividere lo spirito di un’iniziativa legislativa che invita a mantenere vivo il ricordo della nostra storia. Il 1669 ha segnato, per la Sicilia orientale ma anche nella memoria di tutti noi, un doloroso spartiacque tra un prima e un dopo. Si è trattato di un evento senza precedenti che ha cancellato storia, storie, famiglie, modificando radicalmente l’assetto e il volto di una significativa parte della nostra Isola e segnandone irrimediabilmente la storia umana, urbanistica e culturale. Recuperarne la memoria può aiutarci a comprendere meglio i cambiamenti avvenuti”.

“CARTA DI CATANIA”:
LA V COMMISSIONE VOTA UNA RISOLUZIONE CONTRARIA DI M5S, PD E FAVA

La Quinta commissione ARS ha votato una risoluzione contro i due decreti cosiddetti della “Carta di Catania” che rendono possibile la valorizzazione dei beni culturali custoditi nei depositi dei musei, delle soprintendenze e dei parchi archeologici regionali, mediante la concessione degli stessi a fini di pubblica fruizione.

Un voto che non ha tenuto conto dell’apertura del Governo regionale – rappresentato dall’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – che, nella seduta di ieri, aveva offerto alla V Commissione la disponibilità ad apportare interventi migliorativi all’impianto dei decreti, rendendosi disponibile a riscrivere il testo, alla luce delle sensibilità emerse nel corso delle audizioni durante le quali sono stati ascoltati esperti, pubblici dirigenti e rappresentanti di associazioni archeologiche e culturali.

La Commissione ha, invece, preferito votare la risoluzione proposta dal Movimento 5 Stelle, dal PD e da Claudio Fava, nonostante anche dai parlamentari dei partiti della maggioranza di centrodestra presenti alla seduta fosse arrivato al presidente della Commissione, Luca Sammartino, un segnale di massima apertura a una riscrittura condivisa, che potesse potenziare ulteriormente il disposto degli stessi decreti con un nuovo atto. Segnale, che non è stato accolto, preferendo opporre questioni metodologiche e procedurali.

Raccolgo con amarezza la determinazione della V Commissione. Non posso che prendere atto – sottolinea l’assessore Samonà – che con l’approvazione di questa risoluzione delle opposizioni si è, evidentemente, preferito lo scontro politico, piuttosto che affrontare la possibilità di migliorare insieme lo strumento esistente. Sono stato presente a diverse sedute e, nel corso di quella odierna, ho manifestato la mia disponibilità a cercare soluzioni che rassicurassero le diverse sensibilità emerse nelle audizioni; questa disponibilità a collaborare, però, non è bastata a superare logiche politiche di contrapposizione. Il governo va avanti nell’azione di valorizzazione del nostro patrimonio culturale, sancito dai decreti della “Carta di Catania”, ma terrà, comunque, conto delle diverse sensibilità emerse durante le audizioni, affinché preziosi suggerimenti possano trovare accoglimento nel bando che sarà successivamente pubblicato ad opera del dirigente generale dei Beni Culturali”.

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