Un legame del tutto speciale e particolare, è quello che unisce il gatto e il suo padrone. Il gatto, infatti, rispetto al cane, oltre ad essere più indipendente ed esternare il suo affetto spesso in maniera diversa, instaura con l’uomo un rapporto d’affetto e rispetto solo se ricambiato. Chi ha come amico 4 zampe un micio, sa bene cosa è quella scintilla, quella peculiarità che caratterizza il loro modo di interagire e capirsi. Tuttavia, la regola per convivere con gli animali e conquistare la loro fiducia è sempre la stessa: dare amore. Solo così si potrà effettivamente dire di avere trovato un amico per sempre.
Sono molti quelli che al giorno d’oggi, vuoi per stile di vita, vuoi per fattori estetici o per semplice compagnia, decidono di prendere un gatto. Ci sono casi, lasciateci dire “del tutto sorprendenti”, in cui è il felino ad individuare con uno sguardo la persona adatta a lui. Così è avvenuto per il protagonista di oggi, Tato, che non ha esitato a scegliere, come padroncina, Marianna Noto. Tato è un bel micione di 4 anni circa, dal manto e pancino tigrato, zampette e collo color panna, pelo morbido, baffo lungo e nasino rosa. Insomma, un felino di prima classe, che ti guarda con i suoi bei occhi dolci.
La storia di questo nostro nuovo amico a 4 zampe è un po’ particolare: non soltanto ci dimostra che ogni gatto ha un carattere diverso, ma soprattutto ci insegna che anche i gatti, alla pari dei cani, possono amare incondizionatamente.
La foto di Tato dentro la valigia, inviataci da Marianna, inoltre, non è casuale, ma rievoca già visivamente l’idea che ci troviamo di fronte a due compagni di viaggio inseparabili.
“Spesso si sente dire che i gatti sono abitudinari, non sopportano spostarsi e stare in ambienti diversi. – ci dice Marianna – Invece Tato da quando è con me, l’ho preso quando aveva circa tre mesetti, ha cambiato sempre casa per via dei miei viaggi di lavoro e si è sempre adattato a tutti i diversi cambiamenti senza difficoltà. L’ho incontrato quattro anni fa. Mi trovavo in un piccolo paesino disperso nella pianura padana. Non era solo, ma in compagnia di altri tre fratellini tra di loro molto simili. Erano talmente belli che all’inizio, dopo averli visti nel cortile di casa, li ho presi e li ho portati tutti e quattro dentro il mio appartamento. Tato, che poi alla fine è l’unico dei quattro che ho tenuto, rispetto agli altri tre che erano molto irrequieti, miagolavano di continuo e volevano tornare giù in cortile insieme a tutti gli altri gatti, non ha avuto alcuna esitazione tra le mie braccia. Non è scappato, ma ha trovato la sua posizione e si è messo a dormire. È come se questo gattino mi avesse scelto. Questa è stata la sensazione che ho provato e da allora non è voluto più andare via. Insomma, ci siamo trovati. Quando era piccolino – ha aggiunto Marianna – dormiva sempre e da quanto era minuscolo pensavo che fosse addirittura una femmina. Poi invece ho scoperto che era un maschietto e gli ho dato il nome Tato. Non c’è un motivo preciso, ma semplicemente per la tenerezza che mi trasmetteva”.
In generale Marianna ci ha detto che il suo micio è molto dolce, comunicativo e socievole. Non va d’accordo con i cani e adora giocare con cose semplici, come un rigatone crudo lanciato sul pavimento o andare dietro a quel laccetto che chiude delle normali confezioni di pancarrè da supermercato. “In passato ho comprato dei topolini finti, palline con sonaglini e classici giochi per gatto, ma Tato preferisce cose semplici”. Per quanto riguarda il pisolino il nostro bel micione non rinuncia a dormire insieme alla sua padrona: “sin da piccolo è stato abituato così e spesso e volentieri me lo ritrovo nel cuscino, accanto oppure ai piedi del letto. Poi mi sveglia all’alba perché vuole i croccantini, ma così posso evitare di puntare la sveglia per andare a lavoro. Con Tato non corro il rischio di arrivare in ritardo”.
Marianna ci ha raccontato del breve “periodo ribelle” del suo gattone durante un suo soggiorno a Genova: “ad un anno e mezzo ho deciso di farlo sterilizzare, perché stava diventando troppo irrequieto, come un po’ solitamente avviene per tutti quei gatti che entrano in calore. Nel pomeriggio, in cui c’era l’appuntamento con il veterinario per l’intervento, Tato si è lanciato dal secondo piano per raggiungere dei gattini che stavano nel giardino sottostante. Mi sono presa una paura grandissima”.
Nonostante la facilità di adattamento a diversi ambienti e l’indole giocherellona, il nostro nuovo amico 4 zampe è in realtà un gatto molto delicato, spesso soggetto a reazioni allergiche. “Il veterinario ha pensato a qualche allergia alimentare. La sua reazione, purtroppo molto potente con linfonodi e crosticine, sfocia in dermatite. Per ciò, per precauzione ho dato esclusivamente cibo ipoallergenico. Poi da quando è stata ipotizzata una possibile allergia agli acari, una volta al mese gli metto una fialetta di antiparassitario e sto sempre molto attenta”.
Dopo un lungo periodo di viaggi, spostamenti, Marianna è tornata a Bagheria dai suoi genitori con il suo nuovo amico-micio, che non ha tardato a conquistare anche la sua famiglia: “pensa che mia madre ha sempre avuto un po’ paura degli animali, ma con l’arrivo di Tato ha cambiato idea. È come se avesse adesso un nipotino”.
L’arrivo inaspettato di un qualsivoglia animale nelle nostre vite stravolge e cambia. Ci arricchisce e ci insegna sempre qualcosa. Se si sente la necessità “vera”, quella gioia autentica di avere con sé un amico 4 zampe, allora si ha la piena consapevolezza di volere bene al mondo animale. A tal proposito, noi abbiamo chiesto alla padrona del nostro nuovo amico “quale è, secondo te, la differenza tra chi sceglie di avere un gatto e chi sceglie di avere un cane?”. E Marianna ha prontamente risposto: “nel mio caso non ho fatto una scelta, ma è stato proprio Tato a scegliere me. Io sono stata attratta dal fatto che fosse un cuccioletto, ma prima di avere Tato confesso che non mi piacevano particolarmente i gatti. Io preferivo di gran lunga i cani. E invece, è stato proprio lui a farmi ricredere. Non sapevo nulla dei gatti, ma è solo grazie a lui che ho imparato a conoscerli e ho cambiato opinione. Penso che la differenza sta nel fatto che il gatto ha un modo di volerti bene del tutto particolare: oltre ad insegnarti ad amare gli animali, lui ti insegna ad amare in generale. È come se ti abituasse all’idea che amare significa anche lasciare l’indipendenza e i propri spazi”.