PALERMO – “Questa manifestazione è una forma di protesta e di provocazione, ma è anche un modo per ricordare il nostro Lucky”, così Laura Girgenti referente palermitana UGDA (Ufficio Garante Diritti Animali) ha dato inizio al corteo “Giustizia per Lucky”, che si è svolto sabato 10 ottobre lungo via Trabucco, nella zona di Cruillas, fino a via Roentgen, dove Lucky è stato crudelmente avvelenato.
Nonostante il cattivo tempo, animalisti e volontari palermitani per le strade hanno mostrato scritte, immagini e cartelloni, rivolti interamente all’amico 4 zampe. Il loro pensiero è andato anche ad Asia, l’altra cagnetta di Cruillas, probabilmente avvelenata, di cui ancora non si ha traccia. Tra le prime file del corteo c’era Valeria Galletti, la volontaria che accudiva con amore e affetto i due cagnolini e che, la mattina del 3 ottobre, ha dato il suo ultimo abbraccio a Lucky, trovato avvelenato. Valeria con determinazione e tenacia ha tenuto ben in vista la foto che la ritrae insieme al cagnolino, ormai morto tra le sue braccia, con la frase “Solidarietà e rispetto per i volontari palermitani”, esortando così all’unità per la giustizia. Parallelamente alla manifestazione, pensieri e messaggi di sostegno sono arrivati su social da parte di animalisti italiani e cittadini che si sono schierati contro ogni forma di violenza nei confronti degli animali.
“Speriamo che la verità possa venire subito alla luce”, ha detto Laura Girgenti e, infatti, secondo quanto abbiamo potuto constatare, sembrano esserci dei possibili sospetti su chi possa avere commesso l’animalicidio, a seguito del quale è stata già sporta denuncia e sono state avviate le indagini.
Da undici anni, Asia e Lucky vivevano pacificamente a Cruillas, ricevendo cibo, cure e attenzioni anche da alcune persone del quartiere. Due cani molto docili, per nulla molesti, d’indole tranquilla e che sapevano farsi volere bene. Ma ecco come forse potrebbe essere andata quella mattina: uno (uomo non può essere definito), trascinato da una folle e ingiustificata voglia di violenza, si è alzato con il chiodo fisso nella testa di mettere il veleno nella ciotola dei cani della zona. Unico obiettivo: divertirsi nel far soffrire e nel sapere di avere dato la morte.
Un gesto che oggi non può passare inosservato, che esige giustizia e non lascia, certamente, insensibili. Da qui si è concretizzata la scelta dei volontari di sfilare pubblicamente in un corteo, perché “l’indifferenza uccide”. Inoltre, la triste vicenda di Cruillas ha messo nuovamente in rilievo i sempre più numerosi casi di avvelenamento di cani e gatti in città. Problematica questa in costante crescita e che non può più essere sottovalutata.
Nel corso della manifestazione, durante la quale sono stati accesi dei lumini e delle candele, abbiamo appreso che, anche prima della sua morte, Lucky era stato vittima di ulteriore violenza. Qualcuno, a quanto pare, gli alzava già le mani e lo bastonava. “Io stessa – ha detto Laura Girgenti – e Valeria abbiamo preso Lucky e l’abbiamo fatto ricoverare in canile. La bastonata che aveva ricevuto era stata così forte, d’avergli sfondato il cranio.”
Un possibile collegamento tra questo episodio e la sua morte non è, dunque, da escludere e ci auguriamo che quanto prima venga fatta “Giustizia per Lucky”.