Siamo a Brancaccio, ampio quartiere della zona est di Palermo. Qui, il 15 settembre di ventidue anni fa, cosa nostra compiva uno dei suoi atti più scellerati: uccideva don Pino Puglisi. Il Parroco, infatti, con la sua tenacia e la sua opera, rivolta soprattutto ai giovani, cominciava a spezzare le catene di quell’oppressione mafiosa, profondamente radicata. Il potere scegliere, il darsi da fare e il credere nel valore della vita animavano e diffondevano a Brancaccio una nuova coscienza religiosa e civile. Don Pino Puglisi era per la mafia una spina nel fianco e doveva essere eliminato. L’ignobile azione venne così perpetrata, ma il seme dell’onestà aveva già messo le sue radici.
In occasione del 22˚ anniversario del martirio del Beato Padre Puglisi, oggi, giorno in cui si ricorda la sua morte e la sua nascita, il Presidente Antonio Tomaselli e il Consiglio hanno voluto commemorare la figura del Parroco, organizzando l’incontro-dibattito “La Città oltre l’Oreto di Don Pino Puglisi. Brancaccio 2.0 …quale presente? Verso quale futuro?”.
Il progetto “Brancaccio 2.0 – La Brancaccio del terzo millennio”, che è stato presentato lo scorso anno al Premier Renzi, durante la sua visita nel quartiere palermitano, prevede la riqualificazione e valorizzazione dei siti presenti all’interno della II Circoscrizione del Comune di Palermo, con particolare attenzione ai servizi educativi e culturali.
All’evento hanno partecipato il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il Vicesindaco Emilio Arcuri, il Presidente della seconda circoscrizione Antonio Tomaselli, il Parroco della Chiesa San Gaetano Padre Maurizio Francoforte, rappresentanti del Centro di Accoglienza Padre Nostro, autorità istituzionali, politiche e cittadini.
“Il piano Brancaccio 2.0 – ha illustrato il Presidente Tomaselli– nasce dall’esigenza di puntare su tutte le parti sociali del nostro territorio, come la scuola, il centro e la circoscrizione. Fondamentale è la collaborazione e la sinergia con le Istituzioni: solo così si potrà portare concretamente qualcosa di buono alla collettività. Inoltre, – ha aggiunto – dobbiamo certamente guardare al futuro, ma per farlo dobbiamo partire dal nostro presente, ossia dalla possibilità di avere tutti quei servizi primari necessari. Bisogna incominciare dalle piccole cose: dalla vivibilità del quartiere, dalla valutazione di tutte le nostre aree, dai servizi e dalla cura del verde.”
Nel corso della presentazione, Maria Pia Avara,vicepresidente del Centro Padre Nostro , ha sottolineato i tre obiettivi principali del progetto: la valorizzazione delle risorse, il ruolo attivo delle Istituzioni e la rigenerazione “positiva” delle realtà già esistenti. Tra i siti da riqualificare si possono, ad esempio, annoverare, Piazza Brancaccio, Castello Maredolce, Chiesa di San Ciro, Ponte dell’Ammiraglio – Villa Bennici, Scuola Puglisi e tanti altri.
“Voglio esprimere il mio apprezzamento per questa modalità di ricordo del Beato Pino Puglisi. Credo che sia importante che il consiglio di circoscrizione abbia pensato di ricordare Don Pino Puglisi non con i soliti slogan antimafia, ma cercando di rappresentare ed esprimere il senso vero della sua missione. – ha detto il Sindaco Orlando – La sua straordinaria forza è stata quella di avere messo a nudo il vero ostacolo alla prepotenza mafiosa: il rispetto dei diritti di ciascuno, a partire soprattutto dai bambini. La mafia, infatti, – ha aggiunto Orlando – ha più paura di un giovane, di un cittadino, che rivendica i suoi diritti, piuttosto che delle sentenze dei magistrati o delle attività delle forze dell’ordine”.
All’incontro sono stati proiettati il cortometraggio “Onda”, testimonianza e opera di un ragazzo siciliano Onofrio Daniele Pitarresi e “Il sorriso di 3 P”, con il quale si è voluto rievocare visivamente un Uomo, un Cittadino, un Parroco e un Beato.
Con la speranza che la memoria di Don Puglisi si mantenga viva e si trasformi nella concretezza della vita quotidiana, non possiamo che tenere bene in mente, per l’attuazione del progetto Brancaccio 2.0, quanto da Lui detto: “è importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi. Non ci si fermi però ai cortei, alle denunce, alle proteste. Tutte queste iniziative hanno valore ma, se ci si ferma a questo livello, sono soltanto parole. E le parole devono essere confermate dai fatti”.