Sono iniziate a New York le celebrazioni per il 13° anniversario degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001, in cui vennero abbattute le torri del World trade center. A Ground zero, il rintocco di una campana e un momento di silenzio hanno dato il via alla lettura dei quasi 3mila nomi delle vittime di New York, Washington e Shanksville, dove si schiantò l’aereo presumibilmente diretto alla capitale. Quattro le pause previste durante la lettura dei nomi: la prima al momento dell’impatto del primo aereo contro la torre nord (8.46 locali, 14.46 in Italia), la seconda all’ora dello schianto del secondo velivolo contro la torre sud (9.03 locali, le 15.03 in Italia), la terza al momento del crollo della torre sud (9.59 locali, le 19.59 in Italia) e l’ultima al collasso della torre nord (10.28 locali, le 16.28 in Italia).
A Washington, il presidente Barack Obama, la sua famiglia, il vice presidente Joe Biden e altro personale dell’amministrazione hanno osservato un minuto di silenzio nel prato sud della Casa Bianca. Alle 15.30 (ora italiana) il presidente ha partecipato a una cerimonia al Pentagono in ricordo delle vittime dell’attacco alla sede del dipartimento della Difesa. Pochi dettagli sono cambiati nelle commemorazioni di quest’anno rispetto al passato, ma a New York, per la prima volta in occasione dell’anniversario, è aperto il museo dell’11 settembre, in cui sono raccolti oggetti e foto del giorno degli attacchi.
Le recinzioni che fino a poco tempo fa circondavano la piazza costruita intorno alle fontane su cui sono incisi i nomi delle vittime sono state inoltre rimosse durante l’inaugurazione del museo a maggio, integrando meglio il sito nella città e rendendolo più accessibile al pubblico. Il nuovo sindaco della città, Bill de Blasio, è meno coinvolto rispetto ai predecessori Rudolph Giuliani e Michael Bloomberg agli attacchi e a ciò che ne seguì. Infine, il One World trade center, la torre simbolicamente alta 1.776 piedi (cifra che ricorda l’anno della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti) nota anche come Freedom tower e costruita accanto a dove sorgevano le torri gemelle, è a un passo dall’essere completata; l’apertura alla realizzazione degli uffici che vi avranno sede è infatti prevista per il 2015.
L’area degli attacchi a New York è ormai vicina a una completa ristrutturazione che aiuterà a superare lo shock degli attentati, ma per alcuni parente delle vittime il crescente senso di riacquistata normalità getta un’ombra sulla tragedia e sembra sminuire la loro sofferenza. “Invece di avere un posto pacifico per riflettere, abbiamo un luogo in cui si rincorrono i ragazzini”, afferma Nancy Nee, sorella del vigile del fuoco George Cain, morto l’11 settembre. “Alcuni dimenticano che questo è un cimitero. Personalmente non andrei mai al museo dell’Olocausto per farmi una foto”, ha aggiunto. Altri sentono invece che le opere realizzate negli anni giochino un ruolo importante in un processo di guarigione.
“La prima volta che ho visto il One World trade center, ho sentito come se il mio cuore cantasse”, ha detto Debra Burlingame, il cui fratello Cherles era pilota dell’aereo che si schiantò al Pentagono. “Mi succede ogni volta, perché simboleggia così bene ciò che il Paese ha attraversato”, ha aggiunto. La piazza del memoriale dell’11 settembre resterà chiusa al pubblico per la maggior parte della giornata, ma verrà riaperta alle 18 locali (mezzanotte in Italia) per permettere a migliaia di newyorkesi di ricordare la tragedia intorno alle profonde vasche intorno alle quali sono incisi i nomi delle vittime. La prima cerimonia a Ground zero si tenne sei mesi dopo gli attentati e fu organizzata dall’allora sindaco Michael Bloomberg, che assunse l’incarico appena tre mesi dopo gli attacchi.
(LaPresse/AP)